2013: esce per Explodin in Sounds Records questo primo Full Lenght degli Ovlov dal titolo AM. Pochi mesi prima uscì un altro AM molto più famoso, molto più citato: quello degli Arctic Monkeys. Mentre quest'ultimo rappresentava l'acronimo del gruppo, il primo non ho per niente chiaro il significato: forse la modulazione d'ampiezza delle trasmissioni radio o il simbolo chimico dell'americio, si può passare dall'acronimo di ante meridiem utilizzato dai paesi anglofoni per le ore prima di mezzodì oppure le iniziali di anno mundi (cioè l'anno Domini), probabilmente è il La Minore nella notazione inglese. Tutto questo per dire che ognuno di noi può trovarci qualsiasi significato e nessuno di questi sarà mai corretto, per me senza alcuna ombra di dubbio questo è il miglior disco del 2013, tanti mi hanno detto che è troppo derivativo, che i Dinosaur Jr. escono fuori ad ogni spigolo, che i muri sonori sono usciti dalla più infima canzone dei sanguigni, che il Big Muff c'è ed è utilizzato in maniera ignorantissima, qua e la si possono sentire i Pixies o i riff dei Weezer.

Non lo so a chi assomigliano e non lo voglio sapere, quando metto la puntina sull'ultimo pezzo del disco piango, ma non solo qualche lacrima, piango singhiozzando. Finché la canzone sta sbilenca, il ritornello e la strofa sono si pieni di sentimento e ti caricano emotivamente, ma riesci a resistere, riesci a non farti coinvolgere. Quando tutto sembra calare e le tue certezze paiono resistere, tutto svanisce nel rumoristico, incoerente ed infinito assolo finale, non puoi far altro che sfogarti ed attendere la fine, girare il disco e ripartire. Perchè questo disco ti ricorda tutti quei dischi passati che riascolti ogni tanto con un po' di nostalgia, mentre questo sai che c'è ora, sai che è attuale, sai che puoi farlo ascoltare al più scettico dei conservatori.

Un giorno, ritornando da una bevuta con la mia ex-tastierista, gli faccio:"Ah Carmen senti questa canzone son sicuro ti piacerà!" , saranno state le casse scricchiolanti, il sound lo-fi della canzone, il muro di suono invasivo, ma alcuni secondi dopo l'assolo mi fa:"accosta". Stava singhiozzando pure lei, ha sentito qualcosa in quel disastro sonoro, qualcosa di intimo e di personale. Forse io sono giovane e certe epoche non le ho potute vivere intensamente, ma la mazzata che mi da questa canzone "the great alligator" non me l'ha data mai nient'altro nella vita; forse "sometimes" dei my bloody valentine, ma questa era un'altra storia.

Carico i commenti...  con calma