Prologo: Immaginatevi in Inghilterra, alla fine del 1979. Fate parte di una band rivoluzionaria in declino, il rock del passato è visto quasi con disprezzo dai giovani di oggi e tante piccole bands saccheggiano a piene mani dalla vostra discografia con l'intento di creare un nuovo sound.
L'anno prima avete dato alle stampe un pessimo album che ancora di più aveva infangato il vostro nome e quelli degli altri componenti del gruppo. Ecco, immaginate di essere Ozzy Osbourne, e immaginate di essere stati cacciati dalla band dei Black Sabbath. Voi cosa avreste fatto?
Beh, il nostro Ozzy aveva due possibilità: passare il tempo tra alcool e droga o fondare una nuova band. In un primo tempo il vocalist inglese scelse la prima opzione, sparendo dalla circolazione per qualche tempo; in seguito, Ozzy iniziò a cercare membri per un progetto solista che, forse paradossalmente, fu di grande successo, sicuramente una delle più illustri carriere soliste del metal.

Flash Foward: Anno Domini 1991. Il nostro "Madman" sembrava ormai non più in grado di comporre capolavori quali erano stati i suoi primi dischi ad inizio anni '80, e quando uscì questo No More Tears tutti si aspettavano che sarebbe stato soltanto l'ennesimo scopiazzamento delle sonorità che lo avevano reso celebre.
E invece no! Ozzy lasciò tutti a bocca aperta: trovata l'amalgama con il talentuoso Zakk Wylde, rafforzata l'intesa con Randy Castillo e il talentuoso keyboardist John Sinclair, il Madman, convocato in fase di songwriting anche il mostro sacro dei Motorhead, il buon Lemmy, concepì un album che risalta tra i migliori della sua carriera. A colpire, soprattutto, di No More Tears è l'estrema modernità del sound, un sound che ancora oggi risulta molto avvincente.
Insomma il qui presente cd è fondamentale nella discografia di qualunque headbanger a cui piacciano i Black Sabbath e l'"Ozzy Sound". Merito di ciò è da attribuire soprattutto ad un Wylde in forma strepitosa e ad un Ozzy che canta decisamente bene, così come non faceva da anni. A valorizzare questa piccola perla sono sia le ballad in puro stile Ozzy, come la splendida "Mama I'm coming home", sia pezzi decisamente più mossi come "I don't want to change the world" e l'indimenticabile "Hellraiser"; colpiscono anche canzoni più enigmatiche, come la title-track o l'inquietante "Mr. Tinkertrain".
Fatelo vostro.

Post Scriptum: Ringrazio tantissimo quel vichingo di mio zio Giorgio per avermi fatto conoscere il multidimensionale mondo di Ozzy. Ciao!!!

Carico i commenti...  con calma