E' risaputo che in questo preciso momento storico Soundcloud rappresenti un mezzo di condivisione musicale per artisti emergenti più che fondamentale. In realtà, fino a non troppo tempo fa sono rimasto abbastanza fuori dalla piattaforma, probabilmente per via della mancanza abbastanza marcata di generi alternativi al cloud rap e derivati dell’hip hop. Tuttavia il mio avvicinamento ai generi precedentemente citati mi ha convinto a buttarmici senza esitare troppo. ed è da quì che avviene la scoperta dei Plush da parte del sottoscritto.

Il singolo di persè è composto da un'unica traccia che prende il nome di "Dismay", stessa traccia che nel corso della scorsa settimana si è lentamente (e silenziosamente) insediata nella "Top 50 Alternative Rock", finendo inevitabilmente per attirare l'attenzione di un affamato ascoltatore di artisti emergenti.

La traccia in se si presenta in maniera atipica, aprendosi difatto con degli hi-hat e un sample dai connotati oscuri, il quale farà poi spazio all'ingresso di un solido groove da parte della batteria, la quale si presenta sotto una veste "anomala" per via di un sound inaccostabile ad un drumkit totalmente acustico, specialmente per via del kick, il quale conferisce una tonalità oscura alla traccia.

Ad accompagnare la batteria si presenta un basso solido e minimalista il quale farà spazio ad una sinistra melodia di chitarra dalla breve durata, ma incisiva al punto di accompagnare l'ascoltatore in una discesa nell'abisso sonoro sancita dall'entrata di un riff oscuro, ma cadenzato, sostenuto dalla dinamicità della batteria, la quale con una pausa lascerà spazio all'incedere morboso del basso, accompagnato nuovamente da dei sample atipici i quali saranno il punto di svolta del pezzo.
La ripartenza verrà sostenuta dall'entrata dei vocals filtrati e distorti (ma non per questo esenti da alcun tipo di melodia), i quali permeano il pezzo di un ulteriore strato di oscurità, dovuto anche al ruolo ricoperto dalla chitarra, carica di feedback e delay.
La chiusura del pezzo viene introdotta da una pausa da parte del basso, il quale lascia a nudo sia la batteria che la chitarra, il refrain sarà sancito da una ripetizione ipnotica da parte dei vocals, il quale sfumerà poi in maniera repentina durante il destabilizzante ed improvviso finale.
Inutile dire che, data la breve durata, la voglia di riascoltarlo è stata alta, tanto quanto alta è stata la voglia di informarmi sul conto del gruppo, scoprendo dell'esistenza di un video ufficiale dello stesso, il che mi ha portato alla stregua di un fanboy che ha appena scoperto i Joy Division, motivo per il quale questa recensione nasce ed arriva ai vostri occhi.

In conclusione, la traccia è sicuramente un buon "biglietto da visita" per la band, la quale è in grado di attirare l'attenzione di più ascoltatori per via dell'alto numero di influenze condensate in musica, il che rende difficile la categorizzazione in un unico genere. Sarà anche il caso, in questo 2018 inoltrato, di creare nuovi nomi per nuovi generi. “Nuovo” è la parola chiave, “PLUSH” è un buon sinonimo.

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