Forse la proposta più 'pop' (finora) della rassegna #buzz ma forse il modo migliorare per inaugurare questo nuovo anno 2018.
Segnalo che il disco era già stato puntualmente recensito da @[ALFAMA] qui: SPIRIT FEST - SPIRIT FEST - Recensione di ALFAMA
Spirit Fest - Spirit Fest (Morr Music, November 10, 2017)
'Spirit Fest' si può praticamente definire come un supergruppo. Tutto parte dall'interesse di Markus Archer (Notwist) per le musiche del duo giapponese Tenniscoats composto da Saya e Takashi. IL suo si è sempre contraddistinto al di là per il gusto pop tipico, per un certo sperimentalismo anche nelle modalità di esibizione dal vivo, che sono una specie di happening dove il duo di Tokyo dà spazio a immagini visuali e cerca di coinvolgere il pubblico nelle loro performances che avvengono in ogni luogo possibile. Dopo averli visti a Monaco di Baviera, Markus Archer combina l'incontro dei due con altri Mat Fowler (Jam Money) e CIco Beck (Joasinho, Alla Input): il risultato in soli 14 giorni di lavoro è questo disco eponimo uscito su Morr Music (ovviamente) e che di questa etichetta secondo me è la cosa migliore uscita da anni. Il gusto per l'elettronica minimale pop dei Tenniscoats si adatta alla perfezione a quello che è lo spirito dell'etichetta e ogni canzone costituisce un piccolo gioiello di serene e raggiose composizioni avant-pop accompagnate da sonorità a metà tra la tradizione giapponese e un certo retrogusto tipico degli chansonnier e le 'orchestrine' francesi. Un disco colorato, dove non mancano momenti di malinconia uggiosa quasi a la Belle and Sebastian e che per la sua spontaneità mi ha fatto pensare (con le dovute differenze) al disco eponimo d'esordio di Avi Buffalo. Un gioiellino. Un piccolo momento di luce e serenità da afferrare al volo prima che ritorni a piovere.
Spirit Fest: Rain Rain
Segnalo che il disco era già stato puntualmente recensito da @[ALFAMA] qui: SPIRIT FEST - SPIRIT FEST - Recensione di ALFAMA
Spirit Fest - Spirit Fest (Morr Music, November 10, 2017)
'Spirit Fest' si può praticamente definire come un supergruppo. Tutto parte dall'interesse di Markus Archer (Notwist) per le musiche del duo giapponese Tenniscoats composto da Saya e Takashi. IL suo si è sempre contraddistinto al di là per il gusto pop tipico, per un certo sperimentalismo anche nelle modalità di esibizione dal vivo, che sono una specie di happening dove il duo di Tokyo dà spazio a immagini visuali e cerca di coinvolgere il pubblico nelle loro performances che avvengono in ogni luogo possibile. Dopo averli visti a Monaco di Baviera, Markus Archer combina l'incontro dei due con altri Mat Fowler (Jam Money) e CIco Beck (Joasinho, Alla Input): il risultato in soli 14 giorni di lavoro è questo disco eponimo uscito su Morr Music (ovviamente) e che di questa etichetta secondo me è la cosa migliore uscita da anni. Il gusto per l'elettronica minimale pop dei Tenniscoats si adatta alla perfezione a quello che è lo spirito dell'etichetta e ogni canzone costituisce un piccolo gioiello di serene e raggiose composizioni avant-pop accompagnate da sonorità a metà tra la tradizione giapponese e un certo retrogusto tipico degli chansonnier e le 'orchestrine' francesi. Un disco colorato, dove non mancano momenti di malinconia uggiosa quasi a la Belle and Sebastian e che per la sua spontaneità mi ha fatto pensare (con le dovute differenze) al disco eponimo d'esordio di Avi Buffalo. Un gioiellino. Un piccolo momento di luce e serenità da afferrare al volo prima che ritorni a piovere.
Spirit Fest: Rain Rain
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