Rassegna #buzz : beccatevi sti olandesi volanti. Ovviamente sempre suggeriti da @[ALFAMA].
Groep 1850 – Agemo's Trip To Mother Earth (Philips, 1968)
Potrei sembrare ripetitivo, ma questo gruppo olandese proveniente dalla città di Den Haag suonava in una maniera avanti nel tempo di praticamente vent'anni. Il gruppo (Peter Sjardin, Daniel Van Bergen, Ruud Van Buren, Beer Klaaasse) si chiama Groep 1850 (oppure Group 1850) e 'Agemo's Trip To Mother Earth', uscito nel 1968 (Philips) è il loro primo LP. Il disco è oggettivamente molto bello e qualche cosa di sorprendente nel campo della psichedelia degli anni sessanta. Diciamo che il gruppo stava sicuramente sul pezzo: 'Reborn' è una tipica ballata psichedelica intrisa di sonorità orientali; 'Refound' riprende le suggestioni lisergiche dei Beatles; 'Ever Ever Green' ha le stimmate dei vecchi classici coniugati a un gusto psichedelico pop ancora tipico dei quattro ragazzi di Liverpool; 'I Know (La Pensèe)' così come 'A Point In THis Life' hanno dei passaggi che richiamano delle sonorità Stones del tipo 'Paint It Black' coniugati però a un certo ipnotismo e un uso dei cori che è tipico di questi pazzi olandesi volanti. Come ad esempio nella psichedelia-pop drammatica di 'Zero' oppure in 'Mother No-Head', una litania garage psichedelica dove i cori si sovrappongono tra di loro e a un certo punto in uno sperimentalismo autoironico sinfonico sentiamo le note di 'San Martino Campanaro'.'I Put My Hand On Your Shoulder' è la traccia sicuramente più sperimentale del disco. Si apre con evidenti richiami a una psichedelia tipica del periodo e che ricorda i FLoyd di Syd Barrett, l'introduzione è estatica, una pioggia di suoni e allegorie psichedeliche che collimano in visioni 'Sgt Pepper', fino a una chiusura con il classico Motorik 4 4 del kraut-rock e una acidità Amon Duul II. Se 'Misty Night' è un episodio di blues-rock tipico di quegli anni, tracce come 'Frozen Mind', 'Dream Of The Future' sono canzoni assolutamente in anticipo sui tempi per l'uso delle distorsioni e anche un certo nichilismo di fondo. Ma se tutto questo non bastasse ecco qua il furore di 'Fire' che può ricordare i Blue Cheer ma che a un certo punto sembra già hardcore e allora alla fine ti domandi se questi olandesi qui non avessero una specie di navicella spaziale per viaggiare nel tempo.
GROUP 1850 - I put my hand on your shoulder
Groep 1850 – Agemo's Trip To Mother Earth (Philips, 1968)
Potrei sembrare ripetitivo, ma questo gruppo olandese proveniente dalla città di Den Haag suonava in una maniera avanti nel tempo di praticamente vent'anni. Il gruppo (Peter Sjardin, Daniel Van Bergen, Ruud Van Buren, Beer Klaaasse) si chiama Groep 1850 (oppure Group 1850) e 'Agemo's Trip To Mother Earth', uscito nel 1968 (Philips) è il loro primo LP. Il disco è oggettivamente molto bello e qualche cosa di sorprendente nel campo della psichedelia degli anni sessanta. Diciamo che il gruppo stava sicuramente sul pezzo: 'Reborn' è una tipica ballata psichedelica intrisa di sonorità orientali; 'Refound' riprende le suggestioni lisergiche dei Beatles; 'Ever Ever Green' ha le stimmate dei vecchi classici coniugati a un gusto psichedelico pop ancora tipico dei quattro ragazzi di Liverpool; 'I Know (La Pensèe)' così come 'A Point In THis Life' hanno dei passaggi che richiamano delle sonorità Stones del tipo 'Paint It Black' coniugati però a un certo ipnotismo e un uso dei cori che è tipico di questi pazzi olandesi volanti. Come ad esempio nella psichedelia-pop drammatica di 'Zero' oppure in 'Mother No-Head', una litania garage psichedelica dove i cori si sovrappongono tra di loro e a un certo punto in uno sperimentalismo autoironico sinfonico sentiamo le note di 'San Martino Campanaro'.'I Put My Hand On Your Shoulder' è la traccia sicuramente più sperimentale del disco. Si apre con evidenti richiami a una psichedelia tipica del periodo e che ricorda i FLoyd di Syd Barrett, l'introduzione è estatica, una pioggia di suoni e allegorie psichedeliche che collimano in visioni 'Sgt Pepper', fino a una chiusura con il classico Motorik 4 4 del kraut-rock e una acidità Amon Duul II. Se 'Misty Night' è un episodio di blues-rock tipico di quegli anni, tracce come 'Frozen Mind', 'Dream Of The Future' sono canzoni assolutamente in anticipo sui tempi per l'uso delle distorsioni e anche un certo nichilismo di fondo. Ma se tutto questo non bastasse ecco qua il furore di 'Fire' che può ricordare i Blue Cheer ma che a un certo punto sembra già hardcore e allora alla fine ti domandi se questi olandesi qui non avessero una specie di navicella spaziale per viaggiare nel tempo.
GROUP 1850 - I put my hand on your shoulder
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