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Molto spesso #zot2017 uguale dischi belli, bellissimi. Come in questo caso qui.

Saz'iso ?– At Least Wave Your Handkerchief At Me (The Joys and Sorrows of Southern Albanian Song) (Glitterbeat, October 13, 2017)

Chiaramente uno dei dischi più interessanti che siano usciti nel corso dell'anno 2017 e che mi sembrerebbe delittuoso non riprendere. L'etichetta ovviamente è la Glitterbeat (che dio la benedica). Tutto nasce da un'idea dello storico produttore Joe Boyd (Pink Floyd e Nick Drake tra gli altri) e dei suoi collaboratori Edit Pola e Andrea Goertler e sotto la benedizione di un grande come Ry Cooder. Saz'iso è un collettivo di virtuosi musicisti e interpreti che definirei fondamentali (Adrianna Thanou, Donika Pecallari e il prete ortodosso Robert Tralo) per quello che è il patrimonio musicale della regione meridionale dell'Albania. Se contestualizziamo storicamente e geograficamente "At Least Wave Your Handkerchief At Me (The Joys and Sorrows of Southern Albanian Song)" non possiamo considerare questo disco come semplicemente un episodio di musica etnica (una definizione che personalmente odio) o folkloristica. Si tratta invece di un vero e proprio lavoro di "world music", dove con questa definizione si intende contaminazione e una visione culturale che vada al di là dei propri confini e i cui contenuti delle canzoni sono per lo più tragici e parlano di storie di lontananza e abbandono. Ma questo è inevitabile per degli artisti che hanno una storia alle spalle molto particolare come possiamo definire del resto "particolare" la storia dell'Albania e di tutta la regione e in particolare a partire dagli anni novanta. Molti di questi musicisti sono stati costretti a lungo a stare lontani dal loro paese natia. Adrianna Thanou e Donika Pecallari hanno vissuto per decenni in Grecia causa l'ostracismo di Enver Hoxha, il violinista Aurel Qurjo si può definire un vero e proprio girovago... Difficile selezionare in particolare degli episodi da questo bellissimo disco in cui si distinguono tracce strumentali come "Kaba me violine", "Valle minushi", "Valle e osman"... in cui si esalta particolarmente il violino di Qjuro che rimanda alla musica albanese quanto a sonorità mediorientali e quasi "tzigane", ma anche le qualità degli altri musicisti, il clarinetto di Telando Feto, le percussioni di Agron Nasi, il liuto di Agron Murat e il flauto di Pellumb Meta. Ma i momenti più suggestivi sono quelli che vedono protagoniste Adrianna Thanou e Donika Pecallari a partire da "Nenocke", "Penxherene e zotrise"... performance che si rafforzano con l'apporto della voce di Robert Tralo che fa da contraltare ai toni delle due vocalist. Il risultato è un disco carico di ipnotismo e talvolta ritmi ossessivi soprattutto grazie all'apporto del liuto e carico di momenti emozionali e drammatici ma tutto manifestato con una certa eleganza, lontana anni luce da quel suono fracassone nello stile di Goran Bregovic che alla fine ci ha un po' rotto le palle a tutti.

#folk #worldmu
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