Rispolvero la rassegna #buzz con un disco stupendo, thank you @[ALFAMA].
Bugskull - Phantasies and Senseitions (Road Cone, 1994)
Potrebbe apparire una affermazione che possa voler definire questo disco come qualche cosa di deputato solo a una tipologia di ascolto "adolescenziale", ma non è chiaramente così. Eppure quando lo ho ascoltato la prima volta, ho pensato che questa qui è la musica che mi sarebbe piaciuto ascoltare quando ero ragazzo e mi sono sentito in qualche modo sottratto di qualche cosa di importante durante quegli anni (dove ero chiaramente soggetto a bombardamenti di musica per lo più spazzatura oppure veramente "liquida", nel senso però proprio di priva di veri contenuti significativi) come mi è capitato altre volte ad esempio con la tardiva - rispetto ai tempi - scoperta di gruppi come Pavement o Sebadoh e che peraltro accosterei a questo gruppo denominato Bugskull e che poi sarebbe un progetto del musicista originario dell'Oregon Sean Byrne (qui accompagnato da Brendan Bell e James Yu, che per un periodo furono membri stabili della band). C'è molto di più tuttavia in questo disco uscito nel lontano 1994 su Road Cone. Sean Byrne era un artista visionario e carico di inventiva e univa a quello spirito libero tipico e sensibilità giovanile dei richiamati Pavement con registrazioni e campionamenti lo-fi minimaliste sperimentali e quella attitudine astratta tipo Residents oppure di derivazione zappiana. Ogni traccia di questo lungo album di ben 18 tracce costituisce di conseguenza un punto di incontro tra queste esperienze che non vengono trattate distintamente, ma riassunte in un unicum anticipando di un anno anche lo stesso "Wowee Zowee" e che pure presentava dei tratti free-form che qui sono chiaramente accentuati con una genialità nel mezzo tra quella di Jad Fair e Mark Linkous e influenze jazzistiche Tuxedomoon in slow-motion. Forse il disco più grande (quasi enciclopedico) dell'indie-rock anni novanta.
#LOFI #INDIE #BUGSKULL
bugskull - recoder
Bugskull - Phantasies and Senseitions (Road Cone, 1994)
Potrebbe apparire una affermazione che possa voler definire questo disco come qualche cosa di deputato solo a una tipologia di ascolto "adolescenziale", ma non è chiaramente così. Eppure quando lo ho ascoltato la prima volta, ho pensato che questa qui è la musica che mi sarebbe piaciuto ascoltare quando ero ragazzo e mi sono sentito in qualche modo sottratto di qualche cosa di importante durante quegli anni (dove ero chiaramente soggetto a bombardamenti di musica per lo più spazzatura oppure veramente "liquida", nel senso però proprio di priva di veri contenuti significativi) come mi è capitato altre volte ad esempio con la tardiva - rispetto ai tempi - scoperta di gruppi come Pavement o Sebadoh e che peraltro accosterei a questo gruppo denominato Bugskull e che poi sarebbe un progetto del musicista originario dell'Oregon Sean Byrne (qui accompagnato da Brendan Bell e James Yu, che per un periodo furono membri stabili della band). C'è molto di più tuttavia in questo disco uscito nel lontano 1994 su Road Cone. Sean Byrne era un artista visionario e carico di inventiva e univa a quello spirito libero tipico e sensibilità giovanile dei richiamati Pavement con registrazioni e campionamenti lo-fi minimaliste sperimentali e quella attitudine astratta tipo Residents oppure di derivazione zappiana. Ogni traccia di questo lungo album di ben 18 tracce costituisce di conseguenza un punto di incontro tra queste esperienze che non vengono trattate distintamente, ma riassunte in un unicum anticipando di un anno anche lo stesso "Wowee Zowee" e che pure presentava dei tratti free-form che qui sono chiaramente accentuati con una genialità nel mezzo tra quella di Jad Fair e Mark Linkous e influenze jazzistiche Tuxedomoon in slow-motion. Forse il disco più grande (quasi enciclopedico) dell'indie-rock anni novanta.
#LOFI #INDIE #BUGSKULL
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