10+10 pisciatori controvento. 2) Mrs. Miller Mrs. Miller - A Hard Days Night
Lei è un mito, un vero mito.
Aveva 59 anni, Elva Ruby Miller, quando incise il suo primo disco. E per la Capitol!
Prima di allora, la nostra Elva, aveva solo inciso un 45 giri a sue spese, tra un'attività caritatevole e l'impegno familiare tra figli, nipoti ed un marito di 34 anni più vecchio di lei, lì a Claremont in California (a Pomona aveva anche studiato musica).
Il disco era finito tra le mani di Gary Owens, un dj che poi si vanterà di averla scoperta lui, la nostra Sig.a Miller.
Owens fa girare il disco, e ad ascoltarlo c'è anche un certo Fred Bock giovane e squattrinato pianista/arrangiatore che, però, è amico di Lex De Azevedo che, tra le altre cose, è nipote di Bill Conkling (il boss della Capitol) e sogna di fare il produttore.
I due, credendosi furbi, prendono l'arzilla nonnina e la portano in studio. Credono di aver pensato la genialata del secolo, per rafforzare l'effetto la fanno cantare dopo lunghe e stancanti sessioni di registrazione (pare che, tra i trucchi usati, ci fosse quello di farle tenere in bocca un cubetto di ghiaccio per almeno 20 minuti!).
Ma Elva se li mangia tutti e due, i ragazzotti: si firma come "la Signora Miller" e titola il suo primo disco "Greatest Hits", perché l'ironia non te la insegnano a scuola.
E fanno il botto: il disco vende e vende bene, i singoli entrano charts (ok, al 94esimo e 96esimo posto, ma avete capito di cosa stamo parlando?) e la Florence Foster Jenkins della musica pop diventa una star. Va da Johnny Carson, fa spettacoli con Jimmy Durante, canta per le truppe in Viet Nam con Bob Hope.
Ed Incide altri tre dischi con la Capitol. Tre gemme, quello di standard country con lei in copertina con cappellone e look Cowgirl è fantastico ("The Country Soul Of Msr. Miller").
Ma lei è troppo avanti. Troppo. Sia per il pubblico americano che per la Capitol, che la molla.
Elva non si arrende. Arriva alla Amaret Records, una piccola etichetta che le fa incidere uno dei dischi più incredibili che vi possa capitare di avere tra le mani: "Mrs. Miller Does Her Thing".
La nostra Alva è diventata una Hippie, vestita di colori sgargianti offre strane tartine verdi...
Il disco è una strambissima roba finto-psichedelica piena di riferimenti alla drug culture, pazzesco, davvero. Ma Alva non si sente sé tessa in quei panni e molla tutto. E' il 1970 e la sua cariera è finita. Ci saranno ancora un paio di dischi e la riscoperta a cavallo del millennio con le conseguenti compilation e dischi postumi.
Lei è tornata a fare la nonna, alle attività caritatevoli (e altro...) fino alla sua morte.
Mi spiace farla così breve, ma è un ascolto, ci sarebbe altro da raccontare (chissà). Ma adesso, vi prego, ascoltatela, ed ascoltatela con orecchie curiose. Non pensate sia uno scherzo, una freakerie, qualcosa per ridere....
Alva è molto di più, ma come ve lo spiego?
Se non avete mai cantato a squarciagolo sotto la doccia, fatto air-guitar in mutande nel sal
Lei è un mito, un vero mito.
Aveva 59 anni, Elva Ruby Miller, quando incise il suo primo disco. E per la Capitol!
Prima di allora, la nostra Elva, aveva solo inciso un 45 giri a sue spese, tra un'attività caritatevole e l'impegno familiare tra figli, nipoti ed un marito di 34 anni più vecchio di lei, lì a Claremont in California (a Pomona aveva anche studiato musica).
Il disco era finito tra le mani di Gary Owens, un dj che poi si vanterà di averla scoperta lui, la nostra Sig.a Miller.
Owens fa girare il disco, e ad ascoltarlo c'è anche un certo Fred Bock giovane e squattrinato pianista/arrangiatore che, però, è amico di Lex De Azevedo che, tra le altre cose, è nipote di Bill Conkling (il boss della Capitol) e sogna di fare il produttore.
I due, credendosi furbi, prendono l'arzilla nonnina e la portano in studio. Credono di aver pensato la genialata del secolo, per rafforzare l'effetto la fanno cantare dopo lunghe e stancanti sessioni di registrazione (pare che, tra i trucchi usati, ci fosse quello di farle tenere in bocca un cubetto di ghiaccio per almeno 20 minuti!).
Ma Elva se li mangia tutti e due, i ragazzotti: si firma come "la Signora Miller" e titola il suo primo disco "Greatest Hits", perché l'ironia non te la insegnano a scuola.
E fanno il botto: il disco vende e vende bene, i singoli entrano charts (ok, al 94esimo e 96esimo posto, ma avete capito di cosa stamo parlando?) e la Florence Foster Jenkins della musica pop diventa una star. Va da Johnny Carson, fa spettacoli con Jimmy Durante, canta per le truppe in Viet Nam con Bob Hope.
Ed Incide altri tre dischi con la Capitol. Tre gemme, quello di standard country con lei in copertina con cappellone e look Cowgirl è fantastico ("The Country Soul Of Msr. Miller").
Ma lei è troppo avanti. Troppo. Sia per il pubblico americano che per la Capitol, che la molla.
Elva non si arrende. Arriva alla Amaret Records, una piccola etichetta che le fa incidere uno dei dischi più incredibili che vi possa capitare di avere tra le mani: "Mrs. Miller Does Her Thing".
La nostra Alva è diventata una Hippie, vestita di colori sgargianti offre strane tartine verdi...
Il disco è una strambissima roba finto-psichedelica piena di riferimenti alla drug culture, pazzesco, davvero. Ma Alva non si sente sé tessa in quei panni e molla tutto. E' il 1970 e la sua cariera è finita. Ci saranno ancora un paio di dischi e la riscoperta a cavallo del millennio con le conseguenti compilation e dischi postumi.
Lei è tornata a fare la nonna, alle attività caritatevoli (e altro...) fino alla sua morte.
Mi spiace farla così breve, ma è un ascolto, ci sarebbe altro da raccontare (chissà). Ma adesso, vi prego, ascoltatela, ed ascoltatela con orecchie curiose. Non pensate sia uno scherzo, una freakerie, qualcosa per ridere....
Alva è molto di più, ma come ve lo spiego?
Se non avete mai cantato a squarciagolo sotto la doccia, fatto air-guitar in mutande nel sal
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