Considerazioni sulla discografia dei Heads
La chilometrica versione di "Coogan's Bluff" dona un rinnovato lustro a "Relaxing With" , pregno zeppo di psycho-stoner da far cadere giù gli intonaci, un gran bel disco, non c'è che dire. Lo spessore del fulminante esordio crea importanti aspettative nel secondo lavoro, "Everybody Knows We Got Nowhere" del 2000 , che non le disattende affatto, anzi. Un sound affine al primo lavoro ma più corposo, con una particolare attenzione alla produzione, decisamente più pulita. "Coogan's Bluff" è una splendida suite ma lo spessore qualitativo delle tracce unito ad una omogeneità di fondo rende quest'ultimo il picco più alto della loro carriera. "Thumbs " (tra le mie preferite) sembra un brano regalato dai Bevis Frond. Lo stesso Paul Allen per lunghi tratti pare impossessato da redivivo Nick Saloman. Tutte le premesse sono buone, con queste condizioni si può andare solo avanti. Il terzo lavoro, invece, è il primo mezzo passo a ritroso. "Under Sided" è un album onesto, con buoni capitoli come l'iniziale "Dissonaut" dalle reminiscenze shoegaze alla My Bloody Valentine di "Isn't Anything", con l'arabesco scenario allestito dalla chitarra di Simon Price in "Trilogy Part 3", ma qualcosa si perde nel sound, più remissivo e propenso ad esplorare nuovo orizzonti, ad un cambiamento che arriva con "33" (2004), diviso in trenta deliranti parti dove ritmiche tribali si avvicendano a raschi industrial-ambient. La svolta musicale è evidente e viene sancita con i due volumi di "Rituals From The Heads & The Big Naturals" (2007) realizzati in collaborazione, appunto, dei The Big Naturals. Anche in questi solchi tanta ambient con divagazioni di free improvisation spalmati in tutto il disco. Da citare, tra il 2004 e il 2007 (ma anche no) ci sono le parentesi "Dead In The Water" funambola e svogliata su un filo psycho-noir già riscaldato e mangiato più volte da 40 anni a questa parte e "Under The Stress Of A Headlong Dive" dove, tranne la finale suite di 14 minuti "Creating The Enternal Now Is Always", avrebbero potuto saltare l'appuntamento senza tanti rimpianti. La traiettoria discendente ora è in picchiata. "Irrepressible Heads" del 2008, disco che dovrebbe essere volutamente lo-fi (ed il sottoscritto ama il lo-fi), in realtà è un disco senza idee, mal riuscito e che si sente male per l'appunto. Stesso giudizio per il successivo "Vertigo Swill" (2011), un infima orgia di rumori che nemmeno il registratore di musicassette regalatomi da mio zio alla prima comunione poteva partorire. Tornando indietro non mi sarei mai sottoposto a codesta tortura. Quale, la comunione? Si, ma anche l'ascolto dell'album.
L'andazzo non cambia in "Enten-Eller" (messaggio subliminale nelle voci montate al contrario in Either Part 2?) e " Inner Space Broadcasts Volume 1 Part 1". Ma prima o poi tutti ritornano sui propri passi, tutti ritrovano la via di casa ed è così che nel 2015 arriva l'album della reden
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