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Socrates - Phos* 1976 (full album)

In origine (e anche dopo, ma solo in particolari occasioni) furono Socrates Drank the Conium, "Socrate bevve la cicuta".
Dato però che sulla morte dell'ateniese era già stata prodotta abbondante letteratura, e che soprattutto non era esattamente il più agile dei nomi per una band, scelsero di abbreviare (anche sulle copertine) il nome in Socrates. La sintesi è sempre importante.
Entrarono nella storia - e nelle classifiche inglesi, ove stazionarono addirittura un paio di settimane - con l'album Phos (Luce) nel 1976. Produsse Evangelos Papathanassiou, la cui (onni)presenza nel disco va ben oltre il ruolo di "special guest" e co-autore che gli viene accreditato.
Sotto la direzione artistica del Papathanassio, il rock blues muscolare della band - dominato dai riff hendrixiani del guitar-hero del Pireo Yannis "John" Spathas - si concede ariose ed evocative aperture ambient/progressive all'insegna di celestiali trame di synth (la maestosa coda di 'Every Dream Comes To An End'), quando non complesse intelaiature folk di sapore ellenico e/o britannico con particolare riguardo ai Gentle Giant ("Time of Pain") e inevitabili quanto pregevoli richiami al pop degli Aphrodite's Child ("A Day in Heaven").
Radiosa testimonianza delle potenzialità del rock greco, meno prolifico di quello degli innominabili dirimpettai anatolici ma non certo meno ispirato, e un modo per ricordare Yannis Spathas, scomparso nel 2019.
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