Cosa farò da grande Non è la canzone più bella di Gino Paoli, ma è la CANZONE DI GINO PAOLI. Possiamo definirla il rosario personale( al pari di Pregherò di Celentano) o il suo manifesto programmatico. A differenza di Paoli il Molleggiato, mascherava il suo narcisismo introverso (tratto comune ad entrambi) e il suo senso di superiorità attraverso un ode al Signore, dirà Scanzi (che ritengo un pessimo giornalista e un coglione) in questo caso giustamente che Celentano non crede in Dio in modo disinteressato, ma attraverso Dio crede in se stesso. Paoli sarà invece più esplicito: "se cristo fosse vivo non lo vedrei qui, ma non mi comporto male io corro da indipendente" . È la storia di un uomo che si è reinventato grande per una seconda volta, che ha scelto di invertire il corso del destino a modo suo, chiudendosi in se stesso e preparando la sua reincarnazione artistica . Essi ragazzi, perchè questo signore di Genova non sarà colto come Faber, non avrà le linee poetiche di Guccini, non ha la preparazione musicale di Fossati , ma come ti ci fa entrare lui nelle canzoni nessun'altro. Il modo in cui scandisce i ritornelli fa capire quanta vita c'è in quella canzone (" io corro da indipendente sempreeeee). Ok, sono stato come Sandro Curzi, ma per Ginone questo ed altro
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