Qualcosa di diverso, ma in fondo il sempre caro e mai scontato Gino De Crescenzo. Per la quarta volta ci regala un altro dei suoi capolavori, in realtà in maniera un po' meno copiosa (10 singoli rispetto ai 13-14 dei dischi precedenti) ma il risultato è ottimo e per questo lo si perdona :D .
Per il suo quarto lavoro l'artista è stato fortemente voluto dalla Sugar di Caterina Caselli, il che ha ovviamente permesso una migliore campagna pubblicitaria e per quello che sono il cd e il suo artista la merita davvero.Ci si accorge quasi subito che la voce (punto debole del cantante) è migliore rispetto a quella dei dischi passati, e ciò non può che far rallegrare i suoi fan.
L'album si apre con rumori di bicchieri e suono di violini malinconici, e in fondo è malinconica anche il primo pezzo, un misto tra speranza e rimorso. Una ben fatta orchestra accompagna a tratti tutta la canzone per terminare cauta come è iniziata.
Si passa così all'ascolto della seconda traccia, Sembri una foglia, in cui per un'altra volta (dopo King Kong) Pacifico utilizza il parlato in una delle sue canzoni. E' dedicata a una donna travolta dalla malinconia. La canzone si mantiene pacata per tutto il suo percorso con una batteria leggera in sottofondo e un pianoforte.
Il terzo singolo (Lento) colpisce parecchio, per il suo testo, per la sua musica, e per la voce. Forse uno dei pezzi più belli scritti da Pacifico. Studiati bene i suoni di sottofondo, chitarra e pianoforte sono in particolare quelli che risaltano maggiormente. Non si può non emozionarsi ad ogni "lento lento lento lento lento...". Sono in tutto 4 minuti e 55 secondi di melodia pur, e in questo la voce è un punto a vantaggio del suo autore, in quanto riesce a mantenersi pacata anche quando la canzone si impenna.
Forse è la quarta traccia (Un ragazzo) quella che lascia un po' perplessi. Il tema è un ragazzo morto in un incidente e lo stupore dei suoi cari e della gente. Anche per questo singolo le parole non sono scontate, ma credo ci si riesca a calare nella canzone poco facilmente, e forse anche per questo la canzone dice poco.
La quinta traccia è "Nel fuoco acceso del cuore". Gli archi la fanno da padrone fino al primo minuto, per poi essere accompagnati da una batteria leggerissima. La canzone resta sullo stile utilizzato da Pacifico negli album precedenti (somiglia un po' a "L'altalena" come genere).
Si passa così alla traccia che ha anticipato il cd riscuotendo il meritato successo nelle radio: "Tu che sei parte di me". Il testo non è molto lungo in verità, ma per una canzone da radio non si può che avere questo. Quello che colpisce particolarmente nel singolo è l'ingresso di Gianna Nannini, voce scelta opportunamente per la canzone, che ha ripagato in questo mondo i successi che in un passato recente il nostro le ha procurato con la maestrìa del grande autore che sin dal primo album lo accompagna.
La traccia che segue, "Senza respirare", somiglia come genere alla passata "Da lontano". Due minuti e trantacinque secondi di puro relax accompagnati da una tromba e da un pianoforte, e dall'assenza totale della batteria.
Nella canzone che segue (Spiccioli) lo stile varia un po'. Si nota dal tono misterioso che la canzone assume sin dall'inizio e dalla doppia voce sfalsata di qualche decimo di secondo. Colpisce il ripetere, nella seconda metà della canzone, di giochi di parole che portano incessantemente alle parole "porte, grate..." con un pianoforte che mantiene un certo livello di ansia nella canzone fino all'ingresso dei violini che sembrano alleviare lo stato malinconico.
Altro pezzo pop è la nona traccia dell'album, "Verrà l'estate", in cui il nostro si è avvalso della particolare voce di Malika Ayane (cantante italo-marocchina di recente rivelazione). Batteria, pianoforte, e un testo da sogno. Un mix ben riuscito di musica e parole. Forse il finale è poco riuscito con una brusca frenata che può creare un po' di dispiacere in chi voleva che la canzone continuasse ancora. Comunque non è il finale che penalizza la canzone.
In chiusura la canzone che dà il titolo al disco, "Dentro ogni casa". Pacifico chiude lo splendido lavoro con una musica da sogno. Quello che salta maggiormente all'orecchio sono le parole di vita quotidiana che si odono dopo metà canzone, lascia spazio all'immaginazione dell'ascoltatore. Sicuramente con questa canzone ha centrato in pieno il suo obiettivo, ovvero quello di dare uno scatto della vita di diverse persone entrando appunto "dentro ogni casa".
Si chiude così questo splendido quarto capolavoro di Pacifico, autore di testi tra i più gettonati e persona dalle grandi qualità umane, oltre che musicali.
Sarei di parte nel consigliarvi il disco, ma se trovate l'occasione di ascoltarlo o vi ritrovate qualche spicciolo in tasca per acquistarlo ne vale la pena.
Carico i commenti... con calma