Mea culpa, lo ammetto. Pur ascoltando certe sonorità dagli anni ’80, dei Padrini non avevo mai sentito parlare prima d’ora. Eppure stando a guardare la loro bio stiamo parlando di una band attiva dal 2005, con due dischi all’attivo e tour che nonostante una terra d’origine tutt’altro che comoda per intraprendere una carriera musicale (la Sardegna) li ha portati in ogni angolo del Paese. Insomma una band che pare sapere il fatto suo. Partiamo quindi parlando di “Demoni”, album che segna il loro ritorno sulle scene in chiave discografica a distanza di sette anni dal precedente “Star Wars” e non c’è che dire, lo smalto sembra essere rimasto lo stesso di quegli anni. Il loro è un punk-rock/hardcore melodico in madrelingua che mi ricorda moltissimo gli anni ’90, dove SunEatsHours, Moravine, Peter Punk e Pornoriviste erano tra i punti di riferimenti (assieme ai Punkreas, ovviamente). Sarà quel sound arrembante, il timbro del cantante o forse l’energia che sanno trasmettere, ma non c’è che dire, i brani di questi Padrini sembrano funzionare bene nonostante il passare inesorabile degli anni. Basta infatti ascoltare “Rondini” (dal quale è stato girato anche un video) per capire di cosa sto parlando: ritornello efficace, giri di chitarra tanto semplici quanto unici nell’accendere la miccia in chiave live e infine quella sana sfacciataggine che ogni punk-rock band dovrebbe avere nel proprio DNA. Si divertono e fanno divertire questi Padrini, una band che suona col sorriso sulle labbra mostrandosi quanto mai pronta a far parte di quella scena che oggigiorno sembra essere tornata in auge.
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