Riecco i Pain Of Salvation in Italia per la seconda tranche del loro "Six worlds tour 2005".
Questa volta il luogo è più azzeccato, visto che ci troviamo in un edificio in mezzo al nulla più assoluto, dove l'unico rischio è quello di infastidire col rumore gli autisti che passano in autostrada in direzione Milano, e non al Rolling Stone, circondato ovunque da abitazioni varie.
Aprono i soliti Dark Suns, e per una seconda volta (in cinque mesi) mi rendo conto che questo gruppo è veramente noioso.
Ma ecco che alle undici salgono sul palco i miei beniamini: Con che canzone apriranno? Con la solita (e bellissima) Used, nella quale fin da subito il gruppo dimostra di essere in serata, prodigandosi in numeri non indifferenti, soprattutto da parte di Daniel Gildenlow e di suo fratello, che sapevo già eccellente bassista, ma che questa volta ho scoperto essere un altrettanto bravo corista, con una voce molto acuta a tratti nonostante la sua mole notevole.
I classici non mancano, ma rimango un po' deluso a scoprire che la scaletta si discosta di pochissimo da quella presentata pochi mesi prima a trenta chilometri di distanza. Infatti avremo Foreword, Diffidentia, l'immancabile binomio Inside-Inside Out, Dea Pecuniae, e varie altre, con l'aggiunta (grazie al maggior tempo di esecuzione, due ore e un quarto) di perle come una delle "Brickworks" di 12:5 (quella con This Heart Of Mine, per intenderci) e Nightmist.
Il tutto intermezzato da simpatici siparietti, una partecipazione speciale da parte di una prosperosa ragazza nella parte di "Miss Mediocrity" (durante Dea Pecuniae), che ha allietato la serata a tutti con la sua dote (anzi, LE SUE doti), e una curiosa versione di Ashes in tedesco (!), con la partecipazione di alcuni membri dei Dark Suns (band teutonica, appunto).
Il finale è una gioa con la fantastica People Passing By, suonata con una passione ed una bravura incommensurabile, e che dimostra come la platea (250-300 persone) sia decisamente inferiore a quella che il gruppo meriterebbe. Fantastici.
E che soddisfazione nel viaggio di ritorno avere ancora voglia di sentire i loro dischi...
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