Tre osservazioni:

1) "Pain Of Salvation" indica un complesso gruppo di artisti. E sottolineo la parola "complesso".

2) Daniel Gildenlow è un uomo davvero arrabbiato.

3) Che li amiate o li odiate (e molti odieranno), non potrete ignorare "Scarsick".

Ora vi spiego:

Primo, la complessità: i Pain Of Salvation hanno fin dall'inzio della loro carriera scritto musica densa di significati profondi. Questo modo di porsi è diventato sempre più complesso e convulso con il passare degli anni; e la band ha trovato mano mano dei modi sempre diversi e nuovi di trasmettere tali idee al suo pubblico. Da "Entropia" (1998) e dall'eccellente "One Hour By The Concrete Lake" (1999), passando per l'eccezionale "Remedy Lane" (2002), il loro sound si è sempre arricchito restando tuttavia abbastanza convenzionale… le loro performance sono divenute sempre più incredibili, e il loro progressive-metal farcito di contaminazioni con svariati generi musicali di nicchia gli ha garantito una "legione" di fans.

Dopodichè arrivo "Be" (2004), un lavoro altamente filosofeggiante che fu un notevole balzo aldilà delle convenzioni di cui sopra. Un balzo verso una varietà di suoni così diversi dal loro "standard realizzativo"… che ha spaccato i fans in due parti. Da una parte chi esaltava la complessità tematica e sonora di Be indicandolo come naturale evoluzione del sound della band e dalla profondità compositiva di Gildenlow, e dall'altra i fans disillusi che pur trovando alcuni elementi degni di nota in Be, notavano come la band stesse andando contromano in una strada ad una corsia. Tuttavia questa nuova complessità tematica è valsa ai Pain Of Salvation la crescita del già nutrito gruppo di fans che la band aveva. Bene, Scarsick continua questo trend. Non è così diverso da Be come lavoro… tuttavia è tremendamente diverso rispetto a quanto la band aveva prodotto con i precedenti lavori. E, mentre i Pain Of Salvation, vengono genericamente classificati come una band prog-metal, Scarsick è poco… "metallico" e data la sua "diversità" e il suo contenuto sperimentale risulta notevolmente "progressive".

Successivamente, la rabbia di Daniel.
La musica altro non è che l'espressione dei più svariati sentimenti che l'animo umano può provare. Bene, Gildenlow qui si esprime se stesso con potenza ed emozionalità non convenzionale. C'è un'incredibile abbondanza di amaro cinismo e la sensazione che queste liriche provengano dal profondo della sua interiorità è chiara. Alcuni dei testi rappresentano la diatriba tra l'intelligente opposizione politica e le strumentalizzazioni di cui la politica stessa è tuttavia portatrice al tempo stesso. Ascoltate la prima canzone, la title-track, con le sue vocalizzazioni stile rap e la prosa semi parlata scandita da rabbia e ritmi accattivanti. Dopodichè leggete i testi di "Cribcaged", con le risate del neonato nell'intro e nell'outro, la semplice sequenza di accordi e l'elegante lavoro alle chitarre e il ritmo così sofisticatamente "catchy" e portatore di reminiscenze da "Remedy Lane". Mentre la canzone si apre con una "lista della spesa" di persone che odiano Daniel, successivamente ciò si tramuta in una lista di "fuck you"… e la prima impressione è che Daniel sia "anti-tutto". Mentre invece l'interpretazione reale sembra suggerire che per proteggere quel bimbo sorridente, le persone di successo e quelle cosidette influenti debbano capire che loro come "gli altri" sono solo persone. Ma ciò non è chiaro sin dall'inizio, ne balza subito all'occhio… e nei primi ascolti può apparire come rabbia e amarezza gratuita; quasi oggi sia di moda scagliarsi contro qualcuno nei propri dischi.

Infine, che questa musica vi piaccia o meno… che condividiate o meno l'estremo indirizzo politico di Daniel sarete catturati da "Scarsick". Lo amerete o lo odierete. Potreste essere d'accordo con la visione sociale di Daniel, o magari vorreste poter spezzare il disco a metà quando sentirete l'anti-inno del brano "America" che esprime la rabbia di Daniel verso la politica degli USA con parole quali "Sick Of America" e "You could have been good America / Could have been great, America"… Questa è senza dubbio la canzone più controversa dell'intero disco e ha già "permesso" a molti di giurare che mai più avrebbero acquistato un disco dei Pain Of Salvation. Ecco una piccolo consiglio di strategia di marketing: "Se vuoi vendere la tua muscia ad un certo pubblico, non li insultare!"

"Disco Queen" è probabilmente la canzone più stramba mai scritta dai Pain Of Salvation. Al primo ascolto un puro pezzo disco, probabilmente una caricatura di tutto quello che era considerato "mostruoso" nella disco-music: una canzoncina in pratica, niente più. Ma ascoltatela di nuovo, e vi balzeranno all'orecchio delle potenti reminiscenze… ebbene in questo brano, probabilmente il più impensabile, emerge tutto lo stile progressive-metal dei Pain Of Salvation. Il brano è estremamente trascinante e coinvolgente, un'idea e un progetto di contaminazione musicale molto ambizioso… che personalmente posso dire riuscito al 100%. Davvero incredibile.

La seconda parte del disco sembra un ritorno al sound originario dei primi lavori della band. "Kingdom Of Loss" è stato sempre l'appellativo che la band ha preferito utilizzare per descriversi; il loro sito web ad esempio come messaggio di benvenuto riportava "Enter The Kingdom Of Loss". Inoltre la canzone, grazie ha questo titolo, ha tratto in inganno numerosi fans che leggendo la tracklist del disco inziarono a credere che questo "Scarsick" potesse essere un "velato" ed ipotetico "The Perfect Element Pt. II" causa la presenza in "The Perfect Element Pt. I" (2001) del brano "King Of Loss" molto simile (come spelling) appunto a "Kingdom Of Loss". Tuttavia la band non ha mai confermato tale ipotesi, e attualmente, questa "idea" risulta dismessa. "Flame To The Moth" presenta alcuni dei momenti più duri del disco, e ci presenta Daniel sulla scia del geniale Mike Patton nel tentativo di imitare il suo potente screaming di "dillingeriana" recente memoria. L'ultima traccia "Enter The Rain" è un complesso brano di 10 minuti che degnamente risce nel tentativo di dare una chiusura a questo controverso disco.

Kristoffer Gildenlow ha lasciato la band prima delle registrazioni di Scarsick e sembra si sia portato via qualcosa dai Pain Of Salvation. Mentre Daniel, in ogni caso, compie un ammirevole lavoro con il basso… la popolarità del fratello e la sua notevole attenzione verso la ricerca di linee melodiche sempre più complesse sembrano non essere state sostituite completamente. Scarscick sicuramente riuscirà a "creare" numerosi nuovi fans al gruppo, ma è anche vero che questo disco costerà numerosi fans facenti parte dello "zoccolo duro" dei sostenitori della band e che per molti anni erano rimasti fedeli sostenitori di Gildenlow e soci.

Parlando di giudizi finali, non posso far altro che raccontarvi come sto "votando" questo lavoro. Ebbene, ho ascoltato di seguito i due lavori più rilevanti ai fini del voto da dare a Scarsick. Ho ascoltato prima "One Hour By The Concrete Lake" perchè è il mio disco preferito dei Pain Of Salvation, e successivamente Be… in quanto ultimo disco da loro prodotto e in quanto mi serviva per capire le differenze compositive. Per me Scarsick vale 3 stelline considerando che ad esempio il paragone con One Hour vede il primo crollare clamorosamente… ma poichè questo disco non è inferiore a Be come omogeneità della struttura, non posso che portare il voto finale a 4 stelline; alla fine mi sembra la cosa più giusta da fare… considerando che, in ogni caso, musica dotata di una profondità così evidente non se ne vede tutti i giorni.

Che complesso e smisuratamente talentuoso gruppo di artisti sono i Pain Of Salvation!!

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