Esce nel 1995 l'album di debutto dei Pan Sonic, all'epoca con una a di troppo nel nome e in formazione a tre: Sami Salo, che poi abbandonerà il gruppo, Mika Vainio e Ilpo Väisänen. Nomi inconsueti nel panorama sonoro degli anni '90, che provengono dalla fredda Finlandia. Altrettanto inconsueto è il titolo dell'album, "Vakio" (costante), e fredda la musica in esso contenuta: un'elettronica spoglia di qualsiasi elemento accessorio o decorativo, che ora fa l'occhiolino al versante della sperimentazione, ora si rivolge verso più quiete atmosfere ambient.
15 tracce per 64 minuti di musica, la strategia complessiva di questo lavoro si manifesta sin dalle prime battute: ogni brano presenta un'idea o uno spunto musicale privi di sviluppo e ripetuti fino allo spasimo con lievi variazioni, quel tanto che basta a rendere plausibile l'ascolto. Sonorità cupe e cavernose si accompagnano a impulsi percussivi in differenti gradi di regolarità; e quando il suono è troppo pulito, i Pan Sonic pensano bene di sporcarlo con qualche glitch o graffio, dei blip o un ronzio, e in un caso ("Reso") con un effetto simile al disturbo radiofonico.
"Vakio" dunque non concede nulla: esso mette in mostra una serie di oggetti sonori, come in una specie di catalogo acustico, che sta all'ascoltatore scegliere o scartare. Perfino nell'uso della strumentazione il gruppo finlandese dimostra un atteggiamento non convenzionale, utilizzando apparecchiature custom made che all'epoca era Jari Lehtinen, una sorta di membro aggiuntivo del gruppo, ad assemblare.
Comunque sia, in primo piano sotto i riflettori di "Vakio" vuole esserci solo il suono, un suono spesso monolitico e monocorde come nel brano di apertura "Alku", in cui un suono sinusoidale puro viene affiancato da un'altra sinusoide producendo una modulazione che ricorda il segnale di allarme di un apparecchio digitale. Un suono in altri brani costituito da frequenze ultra-gravi, che in conclusione di traccia si interrompe seccamente, senza preavviso. Un suono che fa mostra di sé in funzione anticomunicativa, che non cerca di accattivarsi le simpatie dell'ascoltatore ma che anzi sta lì a fare da barriera. Da prendere o da lasciare, senza compromessi.
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