Secondo voi il bassista di un gruppo può recensire il disco della sua band? Questa recensione mira a dare una risposta a questo annoso quesito.
Vediamo.

"Return to Reality" è il secondo disco della band della provincia comasco-meneghina chiamata Pandaemonium ed esce a ben 6 anni di distanza dal disco di esordio "…And The Runes Begin To Pray". Per quanto la data di uscita ufficiale sia intorno all'estate del 2005, "Return to Reality" è stato composto e registrato molto prima, nel 2001, ed è uscito tanto tardi per colpa di noi maledetti pirati, che scaricando la musica da internet abbiamo diminuito gli introiti delle case discografiche indipendenti, che così hanno avuto difficoltà a "smaltire" i master che avevano in cantiere.

La musica dei Pandaemonium è un power metal di stampo teutonico con marcate venature ispirate alla musica medievale, insomma, niente di eclatante; c’è però da dire che i nostri intrapresero questa strada in tempi non sospetti, quando questo genere non era ancora inflazionato dalle diecimigliaia di band – soprattutto italiane – che dalla fine dei ninties si cimentarono nella narrazione di gesta epiche sull’onda del successo dei connazionali Rhapsody.
Questa circostanza ha forse permesso al gruppo di interpretare questo bistrattato genere in maniera sufficientemente personale, senza diventare un’inutile band-fotocopia.
Rispetto al primo album, le composizioni dei quattro risultano decisamente più immediate e dirette. Per quanto i brani abbiano perso alcune velleità compositive e strutturali che spesso invaghivano gli ascoltatori esigenti (l’album d’esordio fu accolto molto benevolmente dalla critica), l’esperienza compositiva e strumentale accumulata dalla band si fa sentire, facendo segnare a “Return to Reality” un netto passo avanti rispetto al suo predecessore.

La tracklist, dopo l’intro orchestrale di ordinanza, si snoda attraverso undici brani muniti di refrain coinvolgenti, arrangiamenti curati e una buona dose di cori maestosi. Emergono, oltre all’immediata e tirata opener “Time of Glory”, il trascinante mid-tempo “Fires in the Sky”, la furiosa “Return to Reality”, e la marcia marziale “Hymn to the Fifth Element”. Costituiscono episodi interessanti anche l’articolata e complessa “Evil Star”, l’ariosa “Miracle” (che strizza l’occhio ai primi Helloween) e la strumentale “Flying Over the Clouds”, dove il mirabile Steve Volta sfoggia la sua abilità chitarristica. Chiude l’ascolto la ballata acustica “Land of Dreams”, un delicato episodio in cui all’ispirazione menestrellesca del gruppo viene dato libero sfogo.

Di certo “Return to Reality” presenta certe adesioni ai cliché del “power metal all’italiana” che faranno storcere il naso a tanti, ma le doti tecniche e compositive dei quattro rendono comunque il disco un lavoro apprezzabile. Ora non resta che attendere che la band si scrolli di dosso le rigide power-metalliche vestigia sino ad ora indossate per intraprendere un percorso musicale più personale. Ai pochi superstiti amanti del genere in questione consiglio invece di procurarsi in fretta il CD dei Pandaemonium, non ne resteranno delusi.

Ok, ho finito, ho cercato di essere obiettivo e sincero, se volete venirci a sentire suoniamo il 27 Maggio a Genova al festival dell’Underground Symphony. Per tutti i metallari del Sud l’appuntamento è invece per il 10 Agosto, al mitologico festival Agglutination. Vi autorizzo a scaricare il nostro disco da internet, ma se vi piace, compratelo originale.

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