Per esprimere al meglio il sunto di questo disco, le parole da usare sono poche e di facile assimilazione: incontaminata violenza sonora!
Se pensiamo inoltre che i Pantera dal vivo hanno sempre combinato massacri e diamo un’occhiata alla track list, si creano le premesse per un disco roboante.

Il disco fruisce di una produzione, rivista dai fratelli Abbot, molto buona e i classici del gruppo ci sono tutti, adempiuti da una band in forma smagliante. I pezzi sono esibiti con velocità e ardore dai texani, ma spiegare con le parole cosa i Pantera sono (o meglio erano) capaci di fare è arduo compito. Chiunque abbia avuto la possibilità di apprezzare un concerto di queste quattro animali può considerarsi fortunato: purtroppo, salvo miracoli, occasioni simili non ce ne saranno più.
L’esibizioni live sono sempre state l’essenza dei Pantera e questo disco rappresenta la parte migliore del gruppo.
La loro macchina tritacarne lavora sodo e avanza tirannica su linee sonore brutali!
Complessivamente sono 14 brani registrati durante un tour negli States che trasudano pura energia in ogni singolo riff., grazie anche ad un suono pulito e potente. Presenti anche due brani inediti, che a dir la verità non sono granché!

Anselmo non è più quello di “Cowboy From Hell”, ma il modo con cui coinvolge il pubblico, alternando una voce a tratti incazzata e a tratti sofferta, è tutto un programma. Le accelerazioni di Dimebag sono spaventose e Vinnie Paul (contenti?) trastulla la batteria che è un piacere. Le introduzioni parlate e i cori del pubblico sono assemblati bene, evitando così di metter su il solito live impastato di suoni, fischi e distorsioni poco graditi.
“Walk”, “Cowboy form hell”, “Fucking hostile”, “War Nerve”e “Becoming” sono i pezzi meglio eseguiti dai cowboy metallari.

Un gran live, che riallaccia tutta la loro carriera musicale.
Altro bel ricordo di una delle band più importanti della scena del metallo pesante negli anni ’90.

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