Qualche anno fa, durante una bella chiacchierata con Paolo Benvegnù prima di un suo concerto acustico chitarra e voce tra le rovine di San Ginesio, gli ho confidato come lo ritenga uno dei pochi artisti di cui so già che amerò il prossimo disco, ancora prima di ascoltarlo.
E’ successo diverse volte e non vedo perché non doveva succedere anche con questo ultimo lavoro e così, puntalmente, è stato.
“E’ inutile parlare d’amore” è Benvegnù al 100%; ballate ariose e drammatiche, melodie eteree, brani molto anni 80 e testi ermetici al limite del comprensibile.
Insomma, un compitino a là Benvegnù??
Ma manco per niente perché se è vero che negli ultimi 2/3 dischi Paolone ha un po' interrotto le sperimentazioni di inizio carriera, di certo non gioca sul sicuro e men che meno punta a piacere ad un pubblico mainstream, benchè il disco sia a tratti sfacciatamente pop fin quasi a strizzare l’occhio alla radio.
E’ lontano da “Hermann” e in generale dai primi 3 (capo)lavori ma è un bellissimo disco di canzoni scritte da chi le sa scrivere e come devono essere scritte.
Highlights assoluti l’incantevole “Our Love Song”, decisamente la più 80s e “Libero”, una perla di melodia che commuove al primo ascolto.
Ed è inutile, oltre che parlare d’amore, scrivere recensioni chilometriche per un disco che semplicemente va ascoltato, capito, amato: se al primo ascolto o al centesimo poco importa, Paolone riuscirà a fare breccia nei cuori i più impenetrabili.
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