Felpato e sornione, borbotti nell'ombra, Tiri il sasso, nascondi la mano. E dopo aver affidato al rebus enigmistico il dire e il non dire, guardi di nascosto l'effetto che fa.

Hai messo in una palla di vetro tutti i vecchi refrain. scarabocchiato con il kazoo, impastato il celeste come un pittore della domenica.

Sai quanto ci frega del jazz anni venti? A noi è della lanterna magica che importa, è li che l'hai messo il jazz.

Il jazz e tutte quelle musiche fuori moda a caccia di risonanze e madeleines.

Poi si, lanterna magica è forse un po' troppo, specie per uno come te. Sei di quelli che la poesia per essere vera il passo non lo fa avanti, ma indietro.

E comunque niente favole, piuttosto mille travestimenti da “finto” uomo comune, da macaco senza storia che conosce le cose essenziali.

Bello tenersi al largo dal presente oppure sfiorarlo e persino capirlo sfoggiando un meraviglioso anacronismo. Tutte le cose vere sfuggono all'epoca, a qualsiasi epoca, figuriamoci a questa.

Del resto “ci va carattere e fisarmonica, senso del brivido e solitudine” e detto questo che vuoi mai dire di più.

Venendo a “Paris Milonga”, basterebbe il titolo. Due parole che sanno di viaggio incastrate in una formula che è insieme una rivelazione e un segreto.

Ecco allora un campionario di essenze rarissime aperto in una stanza d'albergo da un improbabile rappresentante di commercio. In una boccetta la pioggia di Parigi, in un altra uomini che sembrano foulard, in un altra ancora i famosi ciclisti gregari in fuga.

Apritele una a una quelle boccette e inebriatevi. Messer Paolo è un vero esperto di spezie e profumi.

Si si, apritele una a una. Ma, per favore, non dite niente. Una sola parola sbagliata può far crollare in un attimo il suo mondo perfetto.

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