La città è un luogo strano, di giorno la maggior parte di noi la detesta, infatti ci infastidiamo per il suono dei clacson, per il traffico, per il maleducato che alla posta vuol saltare la fila e via di questo triste passo. La notte però è diverso, affacciati ad un balcone, con le mani poggiate sul parapetto, la prospettiva cambia: dove prima c'erano macchine strombazzanti ora c'è solo la strada, calcata da qualche sporadica vettura, i lampioni, fino a poche ore prima ciechi, ora sembrano piccole stelle metropolitane che illuminano la via dei viandanti moderni ed infine quel silenzio, magico, quasi irreale, che parla, racconta storie di sogni, di delusioni, di amori, in poche parole sussurra la vita.
In questo quadro, la città un po' ci piace, è diversa, fa pensare e alla fine ci pentiamo pure di ignorarla, calpestarla ed insultarla durante l'arco della giornata, quindi la osserviamo, calmi, rilassati, immaginando una personale colonna sonora per i nostri pensieri, una musica leggera, a tratti trasognante, malinconica ma mai triste, in altri termini viene da pensare a quello che Paolo Fresu e il suo quintetto hanno proposto nel 1995 in quel piccolo gioiello Jazz noto con il nome di "Night On The City". La gestazione del suddetto album è stata veloce, infatti fu registrato di notte (al termine di una seduta relativa al lavoro "Ensalada Mistica") e di getto, raccogliendo in se tutta la magia che si crea quando un gruppo di musicisti esperti e passionali si lascia andare a quelle suggestioni magiche e malinconiche scaturite dalla pace notturna.
I pezzi sono tutti molto blandi, rilassati e sognanti, fatti apposta per farsi del bene, cullarsi nel torpore dei propri pensieri e lasciare per un po' il mondo fuori, entrando nell'appartamento della propria anima, del quale, fortunatamente, solo noi abbiamo le chiavi.
In conclusione ci troviamo davanti ad un lavoro pieno di pathos e poetica, in cui ogni singolo musicista contribuisce all'architettura sonora dei vari brani con la propria esperienza e con il proprio bagaglio tecnico/compositivo, dando al tutto quell'aura di unica grande suite in cui si incrociano idee, personaggi e sentimenti il cui denominatore comune è il fascino che esercita la città di notte.
Formazione: Paolo Fresu: Trumpet; Tino Tracanna: Tenor, Soprano Saxophone; Roberto Cipelli: Piano; Attilio Zanchi: Double Bass; Ettore Fioravanti: Drums.
Carico i commenti... con calma