E rieccomi qua.. per la sfortuna di chi mi ha considerata.. anche solo per un attimo un fake, ho dato le spiegazioni tra i commenti della precedente recensione.

Anno 2006... ci troviamo di fronte un quintetto (detto anche Lattanzi Group) molto eterogeneo di 5 grandi professionisti provenienti dall'area di Boston city. Un disco molto fresco, vivo, con idee ritimiche e melodiche che fanno ben sperare sulla nuova direzione che la musica Jazz sta prendendo in questi ultimi anni negli Stati Uniti. Vengono perfettamente alternati momenti di grande energia a momenti di puro lirismo.. con grande classe. Infatti ci troviamo di fronte ad un lavoro di elevatissima qualità artistica, a mio parere, eccelsa.  Interamente realizzato negli USA , dove i musicisti della band , risiedono e lavorano.

Paolo Lattanzi, percussionista - batterista nonchè leader assoluto del gruppo, mostra con grande e raffinata eleganza tutte le sue qualità di strumentista, molto ma molto raffinato, il tutto in un repertorio ben congeniato.    Non servono molte parole per spiegare il grandissimo valore di questo progetto fin dalle prime note si potrà percepire subito il grande valore professionale del quintetto, guidati dall esperto Lattanzi autore e arrangiatore di tutte le musiche presenti in questo CD. Un "escursus" nella musica tonale di matrice strettamente jazz (nel senso più americano del termine), che dimostra che è possibile suonare questo genere senza per forza di cose emulare i grandi del passato ma, bensì, proseguendone il percorso. Questa è musica da ascoltare con molta attenzione.. non di certo da mettere di sottofondo ad un party.. cambia umori mentre progredisce da un momento al successivo. Troviamo delle ritimiche e delle armonie molto attuali, al passo con i tempi, ma senza mai abbandonare la fedeltà a quello che è un jazz di stampo tradizionale.  

Io personalmente sono rimasta molto colpita dal modo in cui questi 5 musicisti talentuosi e straordinari, siano riusciti a creare un alchimia tra i loro individuali telenti a dir poco perfetta. Creano un suono di gruppo brano per brano, si ascoltano in maniera reciproca e ogni episodio segue il precedente organicamente, sia da frase a frase che da solista a solista. Al sax troviamo Nikolay Moiseenko, alle chitarre Aurelien Budynek, entrambi sono delle "prime linee" a dir poco elettrizzanti! Le cui melodie e improvvisazioni individuali sono suonate con grandissima sensibilità. Per quanto riguarda l'accompagnamento, troviamo al pianoforte Pau Terol, al basso Marco Panascia .. entrambi molto energici e solidi per l'intera durata dell album. Lattanzi, il compositore di questi brani, offre un accompagnamento unico e provo personalmente un grande "piacere" che il batterista suona la composizione piuttosto che il tempo generico. Offre grande sicurezza e ispirazione.  

Se vi piacciono le modalità oscure ed introspettive, una ballad delicata, o frasi tipicamente "brucia dita" rilassatevi e godeteveli. Consigliato non solo per chi ama il jazz.. ma anche a chi come me, ascolta musica a 360 gradi senza distinzione di generi.. epoche o mode.

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