Diciamo subito che l'ho visto su copia piratata, e questo non depone a favore, non nel senso che mi penta, ma esclusivamente per il fatto che era preso male, da un dilettante della webcam, e per giunta il file era corrotto in alcune parti.

Esaurita la premessa, credo che se uno sbarbino di 18 anni che non abbia voglia di studiare la storia repubblicana si vedesse il bigino preparato da questo film:

a) ne rimarrebbe con tanta voglia di saperne di più e magari di leggere qualche libro serio;

b) se non è particolarmente sveglio, uscito dalla sala fa spallucce e magari dice: figo il gobbo, l'ha messa in culo a tutti, in galera tanto non ci andrà più.

In entrambi i casi, lo sbarbino ne esce migliorato, in quanto studierà oppure avrà capito dal semplice quanto emblematico esempio andreottiano come funziona in Italia, come è sempre funzionato dal 2 giugno 46, e come ancora di più funzioni da 15 anni a questa parte. Montanelli diceva che la corruzione è inestirpabile in Italia, c'è da duemila anni, abbiamo corrotto tutti, persino quelli che erano venuti con il nobile intento di soggiogarci. Per cui...

Se invece non sei sbarbino, il film in questione, a parte qualche trovata scenica, non aggiunge nulla a quello che si sa già della presunta colpevolezza di Giulio, tanto che lo stesso Baccini ci aveva fatto sopra una canzone assai divertente, condensando in tre minuti il teorema evidente del film, che ci poteva essere perciò risparmiato.

Ben altra cosa sarebbe stato fare un bel filmetto sul processo Andreotti, spiegando ben bene la sentenza che lo vede colluso con la mafia fino agli anni Ottanta ma "assolto" non già per non aver commesso il fatto, ma per intervenuta prescrizione (non più tardi di qualche giorno fa ho visto l'avvocata, ora credo sia deputata, Buongiorno dire in tv che Giulio è stato assolto a formula piena). E invece di lasciare questo dettaglio nei titoli di coda che non legge quasi nessuno, visto che si è nella fase in cui ci si stira le gambe in attesa che accendano le luci, sarebbe stato di pubblico servizio spiegare bene che cosa sia questa cazzo di prescrizione, visto che non tutti sono obbligati a saperlo e non tutti nasciamo avvocati, ma già che in molti vanno al cinema, almeno a quei molti sarebbe tornato utile saperlo. Magari poi il giorno dopo si va al lavoro e tra l'Inter che ha preso il pirla di Murigno e la monnezza che è notoriamente colpa dei napoletani perché sono incivili e non fanno la differenziata, si può anche esclamare senza tema di essere presi da imbecilli: toh, lo sapevi che Andreotti ha favorito la mafia?

Si dirà, ma è cinema, non è informazione, per quello ci sono i giornali e le tv. Sì, certo, in un Paese normale sarebbe appunto la normalità, ma visto che un Paese normale non lo siamo (più o mai stati?, scegliete voi), l'occasione di spiegare agli italiani con un mezzuccio facile facile chi sia in realtà il Divo Giulio era troppo ghiotta, ed è andata sprecata. Ma a Cannes che cazzo avranno pensato? Noio vulevam savuar se l'è la prescrissiòn...

Visto che, abortita strada facendo la funzione sociale, il film in sé, artisticamente, vale come quelli di Alvaro Vitali, a sto punto forse meno, visto che a distanza di anni spiegano molto bene chi siamo e da dove veniamo, tutto questo sforzo di ricostruzione a mo' di fiction mi sembra inutile perché sfuocata e sterile. Una via di mezzo tra un'intenzione di denuncia e una mancanza di palle per firmarla.

Insomma, è come fare un film su Berlusconi e far intuire alla gente che ha costruito la sua fortuna su un qualche mistero o con qualche illecito, senza indicare esattamente nomi, cognomi, circostanze, fatti. Che ci sono e sono tutti documentati in sentenze (di prescrizione, ovvio) o in memorie di mafiosi definiti eroici perché morti senza "parlare".

Come? Ah sì? Mi dicono che il film in questione è già stato fatto. Un'altra occasione persa.

Saluti a tutti, a Bartle in prima persona, che è tanto che non lo incrocio.

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