Contrariamente al mio amico @HOPELESS io vado a letto presto e mi sveglio presto. Ecco perchè alle sei mi stavo già guardando questo film, dopo aver truccato gli occhi di nero e le labbra di rosso però, cosa che faccio tutte le mattine come il nostro protagonista.da quando avevo 16 anni.

I film di Sorrentino vanno visti più volte, troppi particolari, troppi messaggi subliminali non possono essere colti ad una prima visione anzi, dopo 14 anni dalla sua uscita si dimostra modernissimo.

Anche la prima volta che l'ho visto, in mezzo al mio DSTP nel 2011 mi era piaciuto ma una cosa avevo trovato molto fastidiosa, il doppiaggio, per quello che questa mattina me lo sono guardato in lingua originale.

Come il vino buono, questo film, andava fatto decantare per apprezzarne i contenuti, la fotografia, le simmetrie e le scelte musicali. Il cameo di David Byrne è una perla, è così che l'ho visto dal vivo, un "piccolo" lord ironico ed estremamente intelligente.

Sorrentino, classe 1971 figlio di quella new wave e di un'epoca nella terra di mezzo fra la pesantezza deglia anni ottanta e la leggerezza dei novanta. Le spalline giganti, la permanente, il trucco, tutto ci portava a nasconderci dietro maschere di esistenzialismo. Ci radunavamo in clan per condividere le idee, l'amore, la danza, l'arte completamente lontani dal pragmatismo dei nostri genitori.

Il protagonista non parlava da 30 anni col padre ma il funerale lo scuote e lo porta ad un viaggio dove sarà lui a far ritrovare gli altri piuttosto che ritrovare se stesso. Siamo una generazione con e Daddy Issues e del resto Cheyenne non ne da meno. Guarda il mondo con occhi giovani anche se è un uomo, è retto, non tradisce, è rispettoso e soprattutto ama la vita e guardarla nelle piccole cose.... la vita che viene raccontata è quella del regista.

Cheyenne è Sorrentino forse uno dei più grandi geni del cinema mondiale. Un uomo che esce centrifugato dal successo e poi sputato in un'epoca che non ama e che solo attraverso la sua arte può cercare di dare a NOI una prospettiva diversa. Se guardiamo il film sotto quest'ottica tutto torna.

La maggior parte di noi che abbiamo vissuto quell'epoca abiamo abusato di tutto sostanze, arte, musica, concerti e soprattutto fatto "viaggi" fisici e mentali in avanti ed indietro a quella "maledetta" musica che abbiamo sottopelle ci imponeva e ci impone.

Da anni guardo il mondo da una prospettiva protetta, noi "senza pelle" non possiamo girare indisturbati, il mondo non è più nostro ma vivendoci dobbiamo conoscerlo e capirlo bene per non soffrire.

Questa è l'essenza del film conservare nel cuore la bellezza e l'amore, tutto il resto è noia.

Torniamo tutti puri come Cheyenne ci insegna.

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