Nel 92 i Paradise Lost salutano con una perla quale "Shades Of God" il loro periodo Doom. A questo punto la band di Nick Holmes decide che è ora di cambiare.
Tutto è pronto nel giro di un anno e nel 93 la Music For Nations licenzia ICON.
Fin dal primo ascolto si capisce che la scelta è stata quella di accantonare l'ossessività in favore di una buona dose di melodia. Il Doom è ormai solo parte dell'atmosfera e non più colonna portante dei brani. La voce di Holmes si è allontanata dal growl rimanendo comunque molto cruda e aggressiva (ma a volte non impeccabile tecnicamente).
L'opener EMBERS FIRE è esplicativa del nuovo corso della band. Un riff semplice ma efficace, un ritornello indimenticabile e un assolo da tramandare ai posteri per uno dei capolavori assoluti della band.
Lungo i solchi del disco il gruppo non dimentica però le sue origini in JOYS OF THE EMPTINESS puro Doom Metal lento e tetro.
Si prosegue con altre hit a lungo annoverate tra i classici della band come DYING FREEDOM, WIDOW e WEEPING WORDS. Fino alla decima traccia TRUE BELIEF, l'autentico capolavoro del disco e uno degli inni dei Paradise Lost (inferiore solo ad As I Die). Un brano di grandissima intensità, emozionante e con un refrain da antologia. Dopo qualche traccia in linea con l'atmosfera cupa si conclude il primo capitolo del secondo periodo di una band troppo importante per essere ignorata, progenitrice di uno stile Metal oggi fin troppo scimmiottato da band pseudo-gotiche di dubbia onestà.
La band stessa dopo il successo del seguente Draconian Times non avrà più la forza ne la voglia di continuare su questa strada ma se oggi i Paradise Lost sono ricordati per aver inventato quasi da soli un genere è proprio grazie al coraggio di rinnovarsi sempre.
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