A Saucerful Of Thrash - Episodio IV: "Ohhh - Ohhh... I'm a thrasher... I'm a Bay Area thrasher... I'm a Bay Area Thrasher  in Wurzburg" *

Caro amico medallino ti scrivo, così mi distraggo un po'. E siccome mi pari un po' duro di comprendonio, più forte ti scriverò.

Vedi, amico medallino, forse non ti rendi conto di quanto sei fortunato. Oggi come oggi, il peer to peer ti dà la possibilità di ascoltare più o meno ogni vaccata musicale che sia stata pubblicata dall'invenzione del peto fatto con l'ascella a oggi. Grazie al "www", puoi conoscere tutto ciò vuoi di un disco, di una band, o di un genere musicale, semplicemente titillando la tastiera del pc che mamma e papà ti hanno regalato per non avere preso il debito in mate. Oggi come oggi, c'è debaser.it che ti ama e ti dà la possibilità di sbandierare ai quattro venti tutto il tuo sapere musicale e di far conoscere e apprezzare a decine di persone anche i dischi più sconosciuti e dimenticati della tua collezione.

E invece tu che fai, amico medallino? Sprechi tutto questo ben di Odino, scarichi un album che non è ancora uscito, te ne freghi se si sente da schifo o se è una copia promozionale con sovra-incisa la voce della badante slovacca del tuo idolo over 50 ormai costretto al pannolone per le piccole perdite, e lo recensisci, contribuendo ad un meccanismo perverso per cui tutti parlano degli stessi dischi, dicendo le stesse cose, senza renderti conto che, di fronte al quinto doppione, la gente (comprensibilmente) smette di leggere e inizia ad insultare.

Amico medallino, placa la tua verve recensorea prima che ti spinga a compiere l'insano gesto doppionesco, mettiti il cuore in pace e cerca di capire, una volta per tutte, che se davvero vuoi ascoltare del sano tresc medal anni '80, c'è solo una cosa che puoi fare: ascoltare del sano tresc medal anni '80.

"Heresy" è quello che fa per te. Per tanti motivi. Non ultimo il fatto che, nel suo genere, è un piccolo gioiellino dimenticato.

Vede la luce nel 1989, ed è il secondo full length di un quartetto proveniente da Wurzburg, in Baviera, capitanato dal talentuoso Charly Steinhauer (chitarra e voce): uno di quegli strani personaggi di cui la storia della musica pare non essere mai sazia, che sembrano aver ricevuto il talento in cambio della propria felicità personale.

"Heresy" è, per certi versi, un paradosso musicale: partorito tra le fauci rozze e sgraziate del bacino teutonico, si rivela all'ascolto come uno splendido campionario degli stilemi del Bay Area sound, in cui il cieco grattuggiamento chitarristico, marchio di fabbrica di buona parte delle produzioni tedesche anni '80, lascia il posto a ritmiche evidentemente mutuate dalla tradizione a stelle e strisce: ricercate e complesse, ma mai eccessivamente contorte, che in più occasioni pescano a piene mani dai più riusciti parti della mente creativa di Jeff Waters ("Kill Time"). Un disco in cui agli eccessi di raucedine, marchio di fabbrica di ogni fedele adepto della Triade, viene contrapposta una prova vocale forse tecnicamente non eccelsa, ma comunque valida. Alla becera e insistita ignoranza delle liriche più o meno satanasse, viene preferito addirittura un concept dedicato alla eresia catara e alla crociata contro gli albigesi.

Il risultato è un album in cui brani tirati, puri concentrati di speed/thrash medal anni '80 ("Heresy", "Crusaders Revenge"), si alternano a mid-up tempos pompatissimi ("Search For Pefection"), e a interludi acustici che, pur non facendo gridare al miracolo per originalità o difficoltà di esecuzione, ne impreziosiscono il songwriting. Un disco pervaso da una diffusa musicalità, epica e melodica, talora anthemica ("Serenity"), che però non ne intacca la solidità, la forza d'impatto, trovando nei Medallica di "Master Of Puppets" il proprio malcelato punto di riferimento. "Heresy" finisce così per essere un prodotto eccellente, cui può solamente imputarsi il ritardo con cui è giunto alla pubblicazione: qualitativamente notevolissimo, paga la derivatività della propria proposta musicale, il fatto di non avere nulla da aggiungere a quanto detto da chi lo ha preceduto, tanto da poter essere (quasi) ridotto all'ennesimo esemplare di un genere che, nel 1989, aveva raggiunto la piena maturità.

Al tempo della sua pubblicazione, "Heresy" riscosse un ottimo successo di pubblico e critica, sia in patria che all'estero e ancora oggi rappresenta l'apice della produzione dei Paradox. Attualmente è poco più di un disco dimenticato, snobbato persino da chi da diciotto anni si strugge nella speranza che il proprio gruppo feticcio ritorni a suonare tresc medal. E' un disco di quelli che "l'ho scaricato, ma lo devo ancora ascoltare bene". Un disco per cui, forse, non vale nemmeno la pena scrivere una recensione...

A proposito! ...qualcuno ha già sentito quello nuovo dei Medallica?!?

Dedicata a Sòò-Simòònèè, che ha spezzato loro le reni

 

* Sarebbe da cantare sulle note di "Englishman In New York"...

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