PARIS TRE JOLIE
Mi trovo a Parigi nella Hall dell’Hilton e mi chiedo: secondo voi, quale disco avrei dovuto recensire trovandomi qui? Hotel Plaza di Faust’O? Hotel Supramonte di De Andrè?! Ohhhhhhhhh…bravi, vedo che avete fatto uno più uno e ci siete arrivati da soli.
Così, armato di registratorino e camomilla, aspetto la principessina-sciacquetta-testimonial per l’intervista che mi ha promesso per l’occasione del lancio di questo suo primo lavoro che, in una vampata di originalità, ha intitolato “Paris”.
Che avrà voluto dire con questo titolo ermetico a più livelli di lettura secondo voi?! Dura eh?
Ma non voglio essere polemico prima del tempo… conto fino a 10, faccio un respiro profondo e sorseggio questo The Lypton al “gusto Ramadam” con aplomb da Very English Man.
Eccola, è arrivata.
Subito scatta un codazzo di paparazzingher (che altro non sono che normalissimi fotografi di gossip vestiti da papa Benedetto 16° per scroccare a più non posso ed entrare dappertutto) che immortalano la Barbie-Occhio-Lesso che scende platealmente dalle scale manco fosse Pizza Nilli sul palco di San Remo del ‘56.
E tutti a gridare “Paris! PARIS” in un tumulto di casino scatafralgicamente ingovernabile (ebbene si…sta parola l’ho inventata: altre domande?).
La tipa si guarda in giro annoiata e si siede vestita in babydoll sul divano centrale. Sciorina un paio di “Oui, c’est moi” con 4 sorrisi di companatico e poi ci fa sentire l’Opera Omnia (si spera, in quanto unica…) del CD in questione.
Si attacca col primo pezzo di merda (e non è un’offesa, ma un complimento): “Turn it up” e uno si domanda cose sull’esistenza di Dio, quanto andrà avanti la Storia dell’Umanità, quando arriva sto cazzo di Giorno del Giudizio, se Calderoli e Borghezio hanno un senso compiuto e cose di questo tipo. La tipa condisce il tutto con mossette da Pin-Up-tardo-romantic-dislessica ballando sul brano e mettendo ben in mostra il suo cellulare.
Adesso, un recensore "serio" dovrebbe spiatellarvi tutta la scaletta brano per brano, magari col commentino appropriato. Ma siccome io rivendico il diritto a NON ESSERE UN RECENSORE SERIO, specie con dischi di questa taratura artistica e etica, mi rifiuto di considerare "seriamente" l’intera faccenda e passo direttamente alla fase B tagliando la testa al toro…anzi, alla topa!
Mi alzo dal mio divanetto, estraggo dal borsone la mia accetta AXE della Viper® (leggera e una delle più affilate, dicono) e senza darle il tempo di ribattere alla domanda (che di fatto NON LE HO FATTO) le sdrumo un colpo sordo sul collo (che invece ha sentito benissimo)! Oh siii, il solito delirio, il solito fuggi fuggi di giornalisti, segretarie, manager, fotografi in abito talare, urla e grida da cani e porci, cagne e Porche (l’auto) in una Celebrazione Collettiva Da Panico Generale. Una noooOOooia mortaaaAAaale.
Qualcuno forse avrebbe desiderato un commento ai singoli brani? La Storia della Musica dirà mai "toh, che è 'sta puzzetta?"Qualcuno sentirà mai la mancanza di questa nuova cantantucola ricca sfondata grazie a Papi Hilton, a parte i soliti 4 spippettari che mi seguono fedelmente da mesi?
«Ho sempre saputo di poter cantare bene e di avere una bella gola a proposito, ma ero troppo imbarazzata per lasciarmi andare. Ma alla fine mi sono buttata», si era confessata al giornale francese Prestige pochi mesi fa. Bene, il discorso gola è stato risolto con un trancio netto alla base e alla domanda “Do ya think i'm sexy” (cover del celeberrimo Rod-Spennacchiato-Stewart) possiamo tutti tranquillamente rispondere: Una volta forse. Ora non più, grazie.
*) Adesso che con la sua “dipartita”si è aperto un posto da testimonial-cellularo, vorrei ufficialmente candidarmi al posto vacante. Costo molto meno e avrei sicuramente più memorabilità e impatto (Oh a Claudiooo, e mmettece ‘na bona parola pure tu, no…eddai che te faccio divertì pure dappiù de quella!!) ?
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