Sulla navicella spaziale di mr. George Clinton

Fra i più grandi dischi della Parliafunkadelicment Thang: ritmo, ritmo e ritmo. Tiè. Disco ritmato, e scanzonato, e ritmato ancora. Cos'è questo album se non ritmo allo stato puro, ritmo al 100% condito da 5-6 idee melodiche azzeccatissime? Non si può neanche parlare di forma-canzone, non sarebbe esatto. E' solo questo: un groove inevitabile potente martellante, con qualche melodia perfetta in aggiunta. Eppure, nonostante ciò, il gruppo ottenne un ottimo successo commerciale, grazie soprattutto al capolavoro "Give Up The Funk (Tear The Roof Off The Sucker)" e completò quel processo che li consacrò a band di culto, in senso letterale vista l'aura simil-religiosa che guadagnarono le loro esibizioni. Clinton era il Primo Ministro del Funk, il pubblico l'insieme dei suoi adepti.

Tradizione (il coro "slow down sweet chariot" sulla title-track) e innovazione (il suono complessivo del gruppo, in particolar modo di Bernie Worrell) si fondono insieme. Cast stellare (è proprio il caso di dirlo): Maceo Parker, Fred Wesley, Michael e Randy Brecker, Joe Farrell, Bootsy Collins, Michael Hampton e groove micidiale, lo ripeto ancora.

Ho forse detto che "Mothership Connection" è semplicemente ritmo? Lo riascolto ancora...e mi correggo. Niente di più falso E' la Bibbia del P-Funk.


We want the funk, give up the funk.

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