Un po' modaioli lo siamo tutti.

 

Se è vero che anche a Gad Lerner capita di parlare "in maniche di camicia", per così dire, e probabilmente i congiuntivi li sbaglia anche lui di tanto in tanto, diciamo pure che anche a noi capita di scannare come dei bastardi in auto alle tre di notte ascoltando musica IGNORANTE, ci capita di andare agli aperitivi in locali chic e ci capita di andare alle feste "in smoking" (intendo dire "eleganti").

E se non ci capita peggio per voi.

Ecco. La musica house che incontra il jazz. E, oh, cazzo, il risultato ci piace, ci piace con fottuta passione.

Pappappappaparapa! Pappappappaparapa! Pappappappaparapa! Pappappaparaparapappapaparapapa!

Perchè se di musica house si parla, beh, dobbiamo necessariamente essere selettivi, non è che possiamo darla così a cani e porci senza porci delle domande in proposito, e in proposito Parov Stelar non lascia spazio a dubbi.

Perchè il sottofondo non è da sottovalutare. E l'alchimia esatta tra orecchiabilità, ballabilità, e classe mica sono capaci tutti di trovarla. Metti un disco jazz e otterrai un meraviglioso sottofondo per la cena, ma certo non è che basti perchè magari vuoi ballare. Metti un disco chill out e otterrai un'ottima conversazione post-caffè magari con una bella topa ma dico, dopo che fai? Vorrai muovere un po' il bacino, ma con la chill out che certo rilassa ma dopo un po' ammoscia, ti si ammoscia. Avevi in mente tutt'altro tipo di serata. 

Vai in discoteca? In mezzo a duecento cristiani sudati, dove per comunicare devi lacerare il timpano al tuo prossimo? Neanche a parlarne, vuoi restare "in smoking" perchè cazzo così ingessato non lo sei mai stato, se non una o due volte in tutta la tua vita e porca miseria se prorpio dobbiamo farci del male facciamolo nel peggior modo possibile, no?

Quale musica coniuga i due fattori? Perchè eleganza+classe+ballo=topa e le femministe non me ne abbiano.

Servito.

Parov Stelar è la soluzione, questo disco è la risposta. Musica da divanetti rossi e cocktail. E, suvvia, ammettiamolo, a tutti piaciono i divanetti rossi e i cazzocoda, di tanto in tanto. Non sempre, di tanto in tanto.

Perchè aperitaviti no, ma aperitivi sì, siamo supergiovani e ce ne freghiamo siamo l'esercito l'esercito del surf. E francamente a me la musica ammosciante mentre faccio l'aperitivo non mi piace. A me non mi. Ecco. Quindi, ricapitolando, Parov Stelar = House Music + Jazz + Lounge + Topa. Centrifuga e servi a 15° in un calice a chiudere e otterrai una bella serata. Non sconvolgente, non memorabile, non di quelle pazze folli che un babbeo alla Ligabue descriverà in una canzone molto popolare e cantata dai ragazzini in spiaggia, ma una bella serata regolare.

In fondo, la vita non è fatta di serate straordinarie, quelle straordinarie sono tali proprio in quanto extra-ordinarie, cioè fuori dall'ordinario, tipo "andiamo a Bologna in serata" e ti spari Milano-Bologna in serata, ecco quella è una serata extra-ordinaria, ma la qualità dell'ordinario fa la differenza. Aperitivo = ordinaria serata da fare di tanto in tanto, altrimenti il fegato soffre. Ascoltando Parov Stelar.

Ooooops, non ho parlato del disco?

Leggete bene, ne ho parlato eccome.

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