Ma quanto è "simpaticamente scemo" questo disco? Ma quanto è "fuck'n'drunk" questa boutade in forma di cd dove il sempre eccentrico Pascal si mette a giocare niente popò di meno che con il folk, il liscio, la rumba, il tango di matrice mitelleuropea? E soprattutto, MA QUANTO si è divertito a suonare fisarmoniche, strumenti giocattolo, carillon, bombardine, contrabbassi scordati e varie amenità che appartengono alla Grande Tradizione Folkloristica Europea (e già perseguita da Tom Waits, Pogues e compagnia bella).
Un disco così o lo ami o ti dà perfino fastidio: nessuna sperimentazione, niente contaminazioni elettroniche o pseudo intellettualismi da salotto... solo una banda di scalcinati musicisti che, tra un disco impegnato e una marchetta, si sono divertiti a suonare i classici giri da balera di quart'ordine, con riferimenti al Yan Tiersenn più caciarone o ai Negress Vertes più pacati: colonna sonora immaginaria di un film francese o di un Almadovar d'annata (catalani entrambi, peraltro!)
Ripeto, canzoncine piccole e tenere come una baguette appena uscita dal forno, come un aereoplanino di marzapane, come un bicchiere di spuma dei tempi andati (vi ricordate la spuma?!)... niente altro da ricercare se non questo. E a me, tutto sommato, piace.
E, di questi tempi, mi sembra già qualcosa...
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