Un tempo ero solito a dire "grazie Rock Sound Italia per avermi fatto scoprire questa band". Ora, anche perchè quella magnifica rivista non c'è più, sono solito a dire "Grazie BBC Radio 1 / NME per avermi fatto scoprire questa band". Infatti i Passion Pit li ho scoperti nel programma radio del dj neozelandese Zane Lowe. Vado a vedere il loro vecchio catalogo e scopro che questa band ha all'attivo già un disco e un discreto successo mediatico, grazie alle numerose colonne sonore realizzate per videogiochi come, ad esempio, Little Big Planet.
I Passion Pit sono capitanati da Michael Angelakos, frontman piuttosto bizzarro, un tizio che ha dovuto combattere una battaglia contro la sua instabilità mentale, che lo ha portato prima quasi al suicido (aveva 18 anni), e poi all'ospitalizzazione per combattere una reazione psicotica dissociativa. Il peggio non è passato del tutto però, viste le varie date annullate di recente dalla band del Massachusetts per far sì che i problemi del frontman scompaiano in maniera definitva.
Passando al lato musicale, "Gossamer" è davvero un ottimo disco: electro, indie e pop si combinano alla perfezione in quello che è un lavoro da non prendere alla leggera. E' facile rimanere spiazzati da brani come "I'll Be Alright" o "Constant Conversations", ma è con vari ascolti che tutto il fascino di "Gossamer" viene fuori. Tanta sperimentazione e ritornelli di facile presa ("Cry Like a Ghost", "Where We Belong"), momenti più radiofonici ("Love Is Greed", "Carried Away") e due capolavori per eccellenza: "Mirrored Sea", che vede la presenza di un giro di synth travolgente, e il singolo "Take a Walk", che ha ritmiche quasi da dancefloor e un ritornello di quelli che ti si ficcano prepotentemente in testa.
Sono saltati fuori alle mie orecchie quasi a sorpresa, e non mi hanno per niente deluso. Consigliati almeno due ascolti a tutti.
VOTO: 8 (su 10)
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