Solo quando, in un'opera d' arte , si rintraccia il punto di giunzione fra l' elemento apollineo e quello dionisiaco, si può dire di trovarsi di fronte a un capolavoro. Partendo da queste categorie tanto care alla filosofia di Nietzsche, si apprezza il risultato artistico ( libro, disco, quadro, ecc.).
Nel caso qui recensito, un romanzo noir come " L' amico americano" di Patricia Highsmith ( da cui furono tratti due film buoni ad opera di Wenders, prima, e Cavani poi) cattura il lettore non solo per l' intreccio denso tipico di un romanzo cosidetto giallo, ma anche per la portata di un dilemma esistenziale che investe il protagonista e che può indurre a chiederci:" ma io, se fossi in quel frangente, cosa farei?".
L' autrice Highsmith, fra i massimi esponenti della letteratura non solo del Novecento americano, ma del Novecento tout court, riprende qui a seguire le azioni di un suo personaggio ricorrente, ovvero l' americano Tom Ripley. Proprietario di una galleria d'arte a Londra e decisamente ricco, è contraddistinto da un livello etico non proprio cristallino, dal momento che ammette di detestare di uccidere, se non quando ciò si rivela strettamente necessario.
Un giorno riceve la telefonata di un suo amico yankee e socio in affari non proprio limpidi in quel di Amburgo, nota città commerciale in Germania. Il socio lamenta che qui stanno infiltrandosi alcuni mafiosi che vorrebbero fare affari sporchi, rovinando il giro dei traffici commerciali. Sarebbe opportuno, pertanto, che qualcuno attuasse alcuni omicidi per toglierli di mezzo e tale qualcuno possibilmente dovrebbe essere estraneo all'ambiente amburghese. Vorrebbe eventualmente Tom Ripley provvedere di persona alla bisogna? Quest'ultimo, per quanto non sia uno stinco di santo, declina la proposta ma assicura al socio che cercherà di girare l' idea a qualcun'altro di sua conoscenza. Oltretutto, l' incarico sarebbe pagato profumatamente con qualcosa come 96000 dollari ( un contratto molto allettante e diabolico...).
E caso vuole che, nella zona di Fontainebleau ove risiede il facoltoso Tom Ripley, vi sia un certo Jonathan Trevanny, proprietario di un negozio di cornici, che potrebbe essere l'uomo giusto poiché, come si mormora nel paese di provincia francese, lo stesso è purtroppo affetto da una forma di leucemia mieloide e non avrebbe molti mesi da scampare. È vero che presentargli una simile offerta di lavoro extra è quantomeno bizzarro, ma provate ad immaginare come si può arrovellare interiormente una persona sì onesta, ma consapevole di non poter pensare di avere ancora tanto da vivere. Dopo tutto, si tratterebbe di eliminare dei mafiosi notoriamente bastardi e per questo ricevere una bella somma da lasciare poi ai propri familiari, assicurando così a loro una vita più che dignitosa.
Non sto a specificare gli sviluppi della vicenda, perché la lettura del romanzo è così trascinante da tenere incollati fino all'ultima riga dell'ultima pagina. Ovviamente, non sarà tutto facile e gli sviluppi saranno molto tragici e Patricia Highsmith sa come trattare materie esplosive come il sottile fascino del delitto, la difficoltà di compiere scelte spinose dal punto di vista etico, la relatività connaturata all'esistenza di ciascuno di noi. E tutto con una prosa ariosa e per nulla pedante (non si tratta di una variazione sul tema di " Delitto e castigo" di Dostoevskij, nella vicenda descritta da Highsmith l' assassino supera i suoi dubbi precedenti l' omicidio e dopo finisce preso in un vortice di azioni più grandi di lui, non ha quindi più tempo per macerarsi nel pentimento).
Certamente, è lampante che mettersi in urto con la mafia significa affrontare poi non quattro ladri di polli, ma un vero e proprio esercito clandestino che agisce per conto di una società ramificata nel malaffare internazionale. E i guai successivi non possono mancare, tanto che il lettore palpita e parteggia per chi si è imbarcato in un'impresa proprio difficile. E può venir spontaneo chiedersi cosa fare, al posto del corniciaio Trevanny, uomo sostanzialmente onesto e purtroppo malato, se commettere un omicidio contro ceffi mafiosi dietro compenso, oppure astenersi dal farlo.
Già, a domandarci quanto sopra nel contesto italiano, può rassicurare che vi siano tutori dell' ordine e della legge (come furono i magistrati Falcone e Borsellino) che provvedono a combattere mafia e varie associazioni criminali. Peccato che, pochi mesi fa, l' arresto dì un boss mafioso come Matteo Messina Denaro sia avvenuto dopo che lo stesso sia risultato irreperibile dopo più di 30 anni di latitanza nella stessa Sicilia. Nessuno sapeva o vedeva? E allora a me sorgono dubbi e non mi sento di giudicare severamente le scelte compiute dal protagonista de " L'amico americano".
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