Vi presento una cantante con la "C" maiuscola. La sua voce ora semplice, ora enfatica ha, nel corso di un ventennio di carriera, letteralmente toccato il cuore di milioni di ascoltatori. Alcune migliaia di concerti alle spalle ed una serie di dischi davvero ben riusciti hanno consacrato questa donna a cantante di eccelso valore in buona parte del globo.

Di certo una delle gemme più preziose nel panorama musicale Francese degli ultimi 15-20 anni (almeno per il grande pubblico). Non sono molte le donne a poter ambire a tale titolo, quindi, chapeau!

Il disco in questione è, per chi scrive, tra i più belli ed intensi della "nostra" Patricia; registrato agli Eel pie studious di un certo Sig. Townshend, suona magnificamente.

Attenzione, chi vuole innovazione o ricerca musicale si tenga a debita distanza da questo lavoro, qui semplicemente troverà una serie di stupende canzoni che rappresentano il più classicamente possibile quella che è la "chanson" Francese.

E' quasi idillio ascoltare l'ugola d'oro della nostra "cugina transalpina" in una lingua musicale di per sè come quella Francese.

Canzoni d'amore alternate ad altre socialmente impegnate, su tutte: "Hotel Normandy" e "Ceux qui n'ont rien" in cui si possono addirittura percepire arrangiamenti magistrali alla "The Dark Side Of The Moon" che, quindi, da sole potrebbero valere l'acquisto del CD.

Purtroppo, alcune delle tantissime cose buone prodotte nelle prime 10 tracce, vengono rese vane dalle ultime 5 canzoni tra le quali è da segnalare la sola Bellissima "Out Of The Rain" facente parte del trittico di composizioni cantate in Inglese insieme a "Space In My Heart" ed alla terribile "It's A Man's World" cover di James Brown.

C'è anche spazio per una "canzoncina" cantata in Tedesco e maledettamente anonima (a voler essere proprio puntigliosi, in un album della rispettabile durata di quasi 70 minuti, tre delle quattro suddette "canzoncine" poteva risparmiarcele).

Restano, comunque, almeno 7/8 splendide canzoni dai toni spesso malinconici come solo i Francesi sanno fare, dai testi sempre intelligenti e con un occhio attento verso chi soffre e non ha niente.

Sonorità che vanno dal Pop al Jazz con ottime incursioni Rock (c'è la partecipazione di Chris Rea in "Out Of The Rain" e "Ceux qui n'ont rien") tutte "modulate" dalla timbrica notevole della Kaas.

Disco fondamentale nella carriera della Kaas e che dovrebbe trovare almeno un cantuccio nella collezione di ogni musicofilo che si rispetti.

 

Je te dis vous (1993):

 

Laissez-moi chanter

Pour ceux qui n'ont rien

Laissez-moi penser

Qu'y a toujours quelqu'un

Qui cherche à donner

Quelque chose de bien

Qui cherche à couper

Les cartes du destin

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