Non vi sto a raccontare i preamboli grazie ai quali ho deciso di andare a vedere Patrick Wolf perché non riesco a descriverli bene.
Fatto sta che alle sette meno dieci della sera di Halloween ero già in coda assieme ad una folla di indiekids che mi hanno fatto sentire passato di moda e anche un pò vecchio. Entro e dato che sono solo perché sono uno sfigato e la musica che ascolto è sfigata e nessuno dei miei conoscenti/coinquilini/colleghi londinesi vuole venire con me mi siedo nell'angolo più remoto della sala e aspetto.
Il primo gruppo di supporto non me lo ricordo, cioè me lo ricordo, ma non mi hanno colpito abbastanza da ricordarne il nome, so solo che erano tre ragazze un pò scoreggione che sono piaciute abbastanza al pubblico. Subito dopo sale un tipo mingherlino sul palco con in mano un trombone così grosso che lo faceva sembrare ancora più piccolo. Sistema la sua scarsa strumentazione ed inizia a suonare sempre la stessa nota, dopo un po' probabilmente grazie all'aiuto dei fantasmi il giro che ha suonato continua da solo e lui inizia a ricamarci sotto sempre con la stessa tromba, il tutto molto rilassato e psichedelico come fosse una session degli Yume Bitsu. Mi è piaciuto ed ha riscosso molti applausi dal pubblico.
Adesso il palco viene decorato in stile Halloweniano per bene con qualche scheletro e le solite, immancabili, zucche sorridenti. Sale la violinista ed inzia a suonare le prime dolci e melanconiche note. Arriva Patrick incappucciato ed è subito un tributo di applausi. Saluta con la mano, siede subito alla tastiera e inizia a cantare. Lo avevo sempre considerato un Bright Eyes un po' più inglese, raffinato, eclettico e digitale. Comunque altrettanto snob. Devo cambiare la mia opinione sul personaggio e l'artista. Si dimostra disponibilissimo con il pubblico che lo adora come un dio e si esibisce anche in qualche battutina che sono l'unico sfigato a non capire. Non sono le tastiere o il sintetizzatore, non è il violino e nemmeno la chitarra ma è la sua bellissima voce calda e avvolgente il punto vitale al quale ruota attorno tutto lo show. Veniamo tutti sollevati di peso e trasportati senza sforzo per le valli incantate e un po' desolate che sono le sue canzoni.
Dopo aver rivisitato i suoi due dischi ci concede un solo emozionante bis e se ne va così come è arrivato.
Silenzioso, raffinato e allo stesso tempo travolgente.
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