Ecco Patrizio il dispettoso che dopo un album di atmosfere malinconiche e tardoromantiche si rovina la reputazione di bel tenebroso infilando un trittico di pop solare al cubo. Di più: glorioso, trionfante. Però come si fa a non sorridere all'ascolto non dico di "Ouverture" (che pur è carina) ma certo di "The Magic Position" per non parlare del divertentissimo singolo "Accident & Emergency" che se fossimo negli anni ottanta sarebbe il riempipista del DJ television.
Eppoi Patrizio è generoso, ne ha per tutti nel suo nuovo album: ritorna nell'oscurità romantica e maudit in "Augustine", regala una riuscita ballad elettrica con "Bluebells", si improvvisa chansonnier classico nella quasi conclusiva "Enchanted", si diverte a fare il Robert Smith (quello allegro) in "Get Lost", si auto omaggia nel recupero di certe elettroniche sbilenche e elementari che avevan fatto la fortuna di Lycantropy ("The stars"). Quello che colpisce di più è l'energia, l'entusiamo che il buon Patrizio ci mette in tutte le cose che propone, e sì, insomma, è difficile resistere a un attitudine verso il mondo così (non banalmente) positiva. Lui parte e cerca di prendersi le cose con l'irruenza (e magari l'arroganza) incosciente della beata gioventù: il successo (perchè no?), una melodia, una passione.
E quindi: disco della consacrazione, della maturità, pietra miliare? Vabbè ancora no, però è un disco che sicuramente conferma il talento di Patrick e forse gli permette di fare un passo avanti. Al di là delle analisi è un disco che ha una bella scaletta, mette di buon umore, suona bene. Insomma con il suo nuovo look da guitto desperado si avvia verso la world domination. O no? Eh no, mi sa di no. It's still a Paris Hilton's world.
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