Tutto è swing.

Tutto può essere vissuto in termini di swing perché è uno stile di vita, un approccio alle cose leggero, divertito, scanzonato e per certi versi irresistibile.
Portando questo discorso all'estremo, anche il prode Paul Anka (in età ormai pluri pensionabile) ha sfornato nel 2005 questo "Rock Swings", un disco di cover di pezzi rock stra-famosi che a dire il vero c'entrano come un ombrello sulla macchina da cucire (come direbbe il filosofo sgalattiato) con lo swing (a riprova della teoria annunciata sopra).
Che senso ha dunque reinterpretare brani evergreen della Storia del Rock in maniera dissacrante/divertita (swing appunto) se non per un'abile forzatura a fini prettamente economici/commerciali?
L'operazione è stata per certi versi semplice e abile allo stesso tempo:
1) metti un cantante ormai caduto nel dimenticatoio (Paul Anka, il 65enne nonchè mitico cantore di "Diana" a metà degli anni ?60 e autore tra l'altro del testo di "My Way" di Sinatra!!), in cerca di un qualsiasi pretesto per ritornare a galla, o almeno boccheggiare un po' d'aria fresca
2) metti il ritorno di fiamma della gente per questo genere datato ricordo dei bei tempi che furono (un grazie ai vari Bublè & affini)
3) una casa discografica autorevole (Verve) a garantire sull'operazione
4) Aggiungi dei brani davvero storici di un repertorio quanto di più lontano dal jazz e dallo swing (stiamo parlando di Cure e Nirvana, su tutti!!)
5) Metti un arrangiatore coi contro co***ni a vestire di tutto punto canzoni altrimenti impossibili da riarrangiare
6) Mescolare il tutto e oplà... il disco è fatto!

Che dire di più se non restare basiti e attoniti di come questa veste tutta strass e luccichii da night-club old style si sposi in maniera quasi aderente a canzoni come It's my Life (di Bon Jovi) o Everybody Hearts (Rem), Wonderwall (Oasis), Blackhole Sun (SoundGarden), Jump (Van Halen) o addirittura Smells Like Teen Spirits (Nirvana), reinterpretando in maniera stravolta e per certi versi irriconoscibile queste canzoni.

Certo a vedere questo ?mezzo scempio" fa venire un certo magone in gola e questo "violentare" pezzi di memoria emotiva (di fatto, certe canzoni sono proprio questo!) non si spiega proprio. Se poi a farlo è un anziano iper-liftato col parrucchino posticcio fin troppo evidente (vedere la copertina), la cosa fa girare ancor più le balle.

Da una parte si può dire: BENE, questo dimostra che certo rock è scritto bene e merita davvero di più, forse una seconda vita. Dall'altra si può controbattere: SE una canzone NASCE in quel modo, con quell?arrangiamento, con quel mood è giusto preservarla così nel cuore della gente che la ha amata.
Io francamente opto per la seconda ipotesi (anche perché, come cazzo si fa a pensare certe parole scritte da uno come Kurt Cobain messe in bocca a uno in frack e papillon, che le canta in un teatro davanti a una pletora di vecchi babbioni impellicciati e ingioiellati che applaudono?!).

Eh già... tutto può essere swing, a quanto pare (aimè!).

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