Prima di Tarantino, prima di Kill Bill, prima che tutto il mondo scoprisse che cosa diamine fosse "Lady Snowblood" noi bambini che godiamo davanti allo schermo che si tinge di rosso, avevamo un unico nume tutelare di fronte al dilemma di "che diamine è un Rape & Revenge?" e la risposta era: "I Spit On Your Grave" in italiano: "Non Violentate Jennifer"-GIURO-.

Erano altri tempi: si usciva dal periodo beat generation hippies viaggi lisergici nel deserto; e ci si apprestava ad entrare in quel periodo che anni dopo venne soprannominato da qualuno (di sicuro da me, ma devo averla rubata a circa 100 altre persone) "gli anni di plastica". Il mondo dopo essersi fatto un'orgia di cultura e amore libero era ben deciso a prendersi un po' di pausa e passare dalla droga creativa alla droga passiva, dalla controcultura alla televisione, e dall'amore libero tra persone che si conoscono e si vogliono bene all'hiv delle dark room. Insomma, il periodo che stava arrivando non era proprio il massimo e il cinema, in vista di un possibile guadagno facile, cominciava già a ripescare idee vecchie di altri e riproporle in chiave più commerciale.

Per farla breve che se no va a finire che mi perdo e comincio a dire troppe stupidate: "I spit On Your Grave" non è il primo Rape & Revenge" della storia: "They Call Her One Eye" ha 5 anni in meno viene dalla Svezia e ha almeno una scena che pure oggi ti fa dire "Dio mio, bleah". Anche dal punto di vista pruriginoso non è che "I Spit..." avesse molto da raccontare a "They Call Her...": in "I Spit On Your Grave" si vedevavano spesso e volentieri il gran culo e le belle tettine di Camille Keaton, però il film made in Sweden (we have not only IKEA) mostrava senza troppi complimenti primi piani di coiti e se non ricordo male pure un'eiaculazione... Insomma tutto questo è per dire che, che voi ci crediate o meno, il cinema giorno dopo giorno diventa più pulitino e affabile. Del resto viviamo un'epoca bella reazionaria, non è che ci si possa lamentare più di tanto.

Due anni fa, a dimostrazione di quanto appena concluso dal sottoscritto, è uscito il remake di "I Spit On..." che di per se era un'idea sbagliata già in partenza: di base "I spit..." è un film che quando esce nel '78 ha una trama già obsoleta, e soprattuto è difficile cercare di schockare qualcuno nel 2010 parlando di stupri. Se poi ci aggiungiamo che le uniche due scene valide del primo film nel remake sono state dimenticate possiamo concludere che I Spit On Your Grave made in 2010  partiva da premesse pessime e manteneva la parola come neanche un boy scout. Nulla di sconvolgente.
Dicevamo prima che i tempi erano differenti, oggi per R&R si prendono in considerazione tutti quei film in cui donne maltrattate si rifanno dei torti subiti. Voi non ci crederete mai, ma da qualche parte, nascosto in un angolo dell'internet ho recuperato un sito in cui l'autore, spero con un filo di vergogna, nel filone R&R ci aveva ficcato Dogville... Wow!
Quindi stop, è un genere che non esiste più il famigerato R&R e non è un genere che non esiste più perchè nessuno se lo fila più: non è più un genere perchè per riuscire a dire qualche cosa di diverso da quanto è stato detto ( che poi... cazzo deve dire un r&r: tu mi violenti, io ti uccido.) sino ad ora devi fare una roba che non c'entri nulla e camuffarla da R&R con l'abile mossa del: "Io sono il regista se ti dico che è un R&R tu ti ci fidi, perchè appunto io sono il regista e tu non sei un cazzo"

Questo fino al Fright Fest di quest'anno. Perchè super festival di Londra è arrivato un tizio, Paul Hyett, e s'è messo in testa di convincerci tutti quanti che si può fare ancora, al giorno d'oggi, un film del suddetto genere senza uscirne con le ossa rotte e senza che gli unici quattro pirla che escono felici dalla sala abbiano meno di diciassette anni. Oh, se l'è messo in testa forte eh Hyett... S'è così incaponito su 'sta cosa che prima ha faticato come un matto per convincere se stesso che in effetti ci poteva riuscire, poi in un'ora e mezza ha convinto chiunque abbia visto il suo film. E facciamo un momento di attenzione prego, perchè Hyett non è che riesca a turbare lo spettatore con dosi esagerate di ultraviolenza o con scene di sesso oltre ogni limite, no, mr Hyett, sa dio come, fa si che la tua anima chieda agli occhi di guardare altrove a botte di scelte registiche. Non fraintendiamoci, che siamo amici e vediamo quindi di esser chiari, nel film di sangue ce ne è un sacco, di sesso misogino pure, ma non sono questi i momenti più significativi e diretti del film (cosa che non si può dire né dei due "I Spit..." né di "They call her..." né di "dog... ma vaffanculo Dogville Diosatno!

Andiamo con ordine. La protagonista di questo "The Seasoning House" vive nei Balcani. C'è la guerra, arrivano dei militari, le portano via la sorella, le ammazzano la madre e la portano in una topaia in mezzo al bosco dove altre ragazze come lei vengono date in pasto ai militari paganti. A lei andrà meglio che alle altre: è brutta (non è vero, ma manco per il cazzo proprio, però gli autori vogliono che noi pensiamo sia brutta, cosa che mi è costata parecchia fatica, magari a voi ne costa meno) e pure sordomuta, quindi: "Non si scopa! Si fa la domestica!" Si ritrova così a fare da donna di servizio della famigerata "Seasoning House" fino al giorno in cui dice(in silenzio) "Oh, mi sono rotta le palle, adesso facciamo che caccio fuori un paio di forbici e comincio a spalmare 'sti tizi sui muri". Fine. cioè, non finisce così, alla fine del film saprete se riesce a vendicarsi di... Oddio, del fatto che le abbiano ammazzato la madre, rapito la sorella, violentato e ucciso un'amica, che l'abbiano tenuta in ostaggio in una topaia, presa a sberle, sgozzato ragazze davanti agli occhi e credo basta, dovrebbe essere sufficiente.
No: non la violentano, ma questo è un R&R a tutti gli effetti: c'è il sesso che scatena il sangue, c'è la vendetta di una donna apparentemente indifesa (per di più disabile), c'è il maschio che si sente forte e se la piglia in culo...

Non sono un fan del genere, non sono un fan neppure dei film che prendono una donna e la trattano male per più di un'ora, e mi rendo conto che a leggere queste righe possiate pensare che è uno di quei film che fa male alla società, che tutto sommato la vendetta è nulla rispetto ai momenti in cui la protagonista viene trattata male e che quindi alla fin fine è il film di un misogino che maschera i suoi sentimenti cercando di farti credere che lui sta dalla parte delle donne mentre invece il messaggio subconscio e subliminale che passa è diametralmente opposto. Lo so che alcuni, la maggior parte di voi, a questa cosa ci hanno pensato. No, non è così; questo non è un film misogino come Dogville, e allo stesso tempo non è un film fracassone come "They Call Her..." e non è neppure una ciofeca che però te ne vien voglia di parlare perchè è pieno di idee interessanti come una castrazione o un tipo sciolto nell'acido. No, è un film che affronta un genere difficilissimo (non che sia difficile fare un R&R, è difficile farlo decente) uscendone con le ossa tutte intere e vincendo per ko tecnico prima dell'ultima ripresa.

Sono i silenzi a disturbare, è la sospensione dello spazio tempo in cui si muove l'eroina sordomuta a lasciare il film in uno stato emotivo assolutamente sospeso. Prese le dovute distanze, evitiamo di dire o far capire cose che non stanno né in cielo né in terra; prese le dovute distanze da quest'affermazione: è un film che esplora quei luoghi senza sostanza che hanno reso "Drive" il miglior film romantico della mia vita. In "Drive" il vuoto era romantico, qui il vuoto è vuoto. Ma vuoto assoluto: no speranza, no gioia, no possibilità. E allo stesso tempo: no dolore, no rabbia, no niente. solo vuoto, malinconicamente e disperatamente vuoto. Ecco, "Drive" era romantico, questo è disperazione apatica.  Ma in "Drive" il vuoto serviva a farti entrare nel mood di una serie di personaggi, non nella testa di un unico personaggio, qui le cose vanno diversamente: quando sei nel vuoto, sei nella testa della sordomuta, e insomma farmi immedesimare in una sordomuta che deve accudire delle ragazze pronte allo stupro non è che sia la cosa più easy che si possa fare il sabato pomeriggio, eppure Hyett ci riesce alla grande, arriva dove il genere non era mai arrivato prima, e quando lanci i popcorn non li lanci perchè il film si inventa qualche trovata disgustostrafica, li lanci perchè stai sinceramente tifando per la povera ragazza (e c'è un bella differenza tra farti tifare per le sorti di un personaggio piuttosto che farti tifare di vederlo nudo anche nella prossima scena).Poi intendiamoci bene non sto dicendo "drive" e questo film pesino sul panorama globale della storia del cinema degli ultimi anni alla stessa maniera. Ecco ripeto: evitiamo di fraintendere.

Basta, mi sa che ho detto pure troppo: baci abbracci, auguri di buon rientro dalle vacanze, segnatevi Hyett (che da non registaha fatto un botto di roba, imdb è lì pronto a rccontarvi tutto) recuperatevi 'sto film, evitate di farlo vedere alla vostra ragazza o ai vostri bambini, ecc.
Insomma, sempre i soliti consigli.

Che il cinema inglese vi abbia in gloria, convertitevi fans di Coming Soon, siete ancora in tempo.

 

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