La San Francisco Bay Area è stata, ma è tuttora, un luogo decisamente fertile per quanto riguarda la cultura e la musica; si pensi ai poeti ed agli scrittori della San Francisco Renaissance o della Beat Generation, oltre ad una quantità esagerata di gruppi rock/folk/psichedelici nati nelle contee attorno alla baia. Soprattutto San Francisco è stata il fulcro della controcultura hippie e contestatrice, movimento che ha scosso centinaia di migliaia di giovani a partire dal 1967 e per tutto il biennio successivo.

Appunto, il biennio successivo... Nel 1971 la stagione delle rivolte è praticamente conclusa e resta veramente poco sia delle contestazioni che dei sogni di pacifica convivenza collettiva. Per un gruppo rock psichedelico nato e cresciuto in quei territori, che ha creduto in quei valori cantandone l'ideale (e contraddittorio) way of life, che ha partecipato al festival rock più importante della storia e i cui componenti hanno formato nuovi gruppie progetti, quali possono essere gli stimoli per continuare la propria carriera in modo dignitoso senza risultare obsoleti?

La prima risposta che banalmente mi viene in mente riguarda la voglia di far musica e di continuare a comporre con la stessa onestà che li ha contraddistinti sin dagli inizi. Circondati da tutti gli amici musicisti della Bay Area che spesso hanno collaborato con loro. Infatti, nonostante sia una produzione Kantner & Slick (all'epoca coppia anche nella vita), questo disco oltre che la presenza di alcuni membri dei Jefferson Airplane e dei neonati Jefferson Starship, può contare (nuovamente) sulla partecipazione di David Crosby e Graham Nash, degli strumenti a fiato del gruppo Tower of Power e dell'immancabile Jerry Garcia alla chitarra e al banjo, fondendosi in un suono orchestrale minuziosamente arrangiato.

Disincanto ma anche senso di appartenenza ad un pianeta troppe volte maltrattato sono i temi che si rincorrono lungo i 42 minuti del disco; in "Earth Mother" l'amore per la Terra è contrapposto in modo crudo al dolore dei suoi figli "dilaniati da coca ed eroina", mentre non lascia spazio all'immaginazione la strofa "Goodbye San Francisco Dream" della nostalgica "Million". Ma ci sono anche parentesi più lievi che esaltano (anche musicalmente) lo spettacolo della natura ed il vivere a contatto con essa ("Look at the Wood") ed il battersi per la sorte del pianeta fianco a fianco con gli altri popoli ("Holding Together"), oltre ad un intermezzo strumentale psichedelico ispirato all'affondamento del Titanic. Paul Kantner e Grace Slick sono riusciti dunque a comporre un lavoro che risulta molto piacevole dal punto di vista compositivo/musicale e che non delude se confrontato al loro glorioso passato, seppur i contenuti dei testi si siano evoluti in un ambientalismo rilassato ed inevitabilmente nostalgico.

N.B. Due sono le dediche presenti nel disco: la title track "Sunfighter" a Marty Balin e "China" alla figlia della coppia China Wing Kantner (che appare in foto sulla cover dell'album).

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