Con il precedente "Flaming Pie" McCartney aveva toccato nuovamente il suo apice creativo, il lavoro infatti in perfetto equilibrio acustico-elettrico era piaciuto a tutti. Ma nel 1998 scompare Linda e Paul si perde inevitabilmente per strada, sposa la signora Mills, crede di vivere felicemente un'altra vita con una nuova bambina e poi finisce come tutti ci aspettavamo, con Paul trattato come una specie di burattino e le malelingue lo definiscono costretto a tingersi i capelli e via discorrendo.
Bene, "Driving Rain" è l'unico lavoro che viene prodotto in questo periodo, ed è francamente un disco deludente, inserito fra due autentici capolavori. Il singolo di lancio è contraddistinto dal lento incidere del piano, "From A Lover To A Friend" è l'unico vero brano di valore presente in questo album, Paul chiede il permesso a Linda di amare ancora, la scarsa produzione del disco penalizza però la sua riuscita che è troppo grezza. La cosa che lascia veramente di stucco è la voglia di Paul di apparire moderno, le sonorità di "She'Given Up Talking" per esempio sono troppo pesanti e fuori luogo, "Driving Rain" è una canzone troppo banale per McCartney così come l'inconsistenza di "Lonely Road". Neanche i brani acustici sollevano il tutto, "I Do" è carina ma nulla di più, in "Magic Paul" ricorda l'incontro con Linda nel 1967, un brano insolitamente insipido, poco curato nell'arrangiamento, una grande delusione, con "Your Way" si rivivono certe sonorità dei primi '70, il giro di basso è simile a quello di "Bip-Bop" su "Wild Life" ma qui manca la voce di Linda ma comunque si fa apprezzare. La gioia invece esplode con "Heather", un brano veramente bello quasi tutto strumentale, peccato che verrà dimenticato, come tutto il disco del resto e il delirio musicale che lo chiude, "Rinse In The Raindrops". Ora McCartney, tornato single, compirà 64 anni fra pochi giorni, peccato che il quadro descritto nella sua canzone sia leggermente diverso dalla realtà.
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