No, non è una recensione sulla celebre ballata cantata con Stevie Wonder. Ballata mai amata dal sottoscritto, molto ruffiana e troppo anni '80. Si prenda il 45 giri, lato B: "Rainclouds". Ci sono almeno un paio di motivi che rendono questa b-side, dimenticata dai più, storicamente importante.

E' l'ultimo brano dei Wings a venire pubblicato, nel disco non compare il nome del gruppo perché sciolto nell'Aprile del 1981 ma è sostanzialmente l'ultima canzone registrata e ultimata sotto quella sigla. Ma soprattutto a "Rainclouds" McCartney lavorò il 9 Dicembre del 1980, il giorno dopo l'omicidio dell'amico John Lennon. Paul fu avvertito il mattino della tragica scomparsa, in programma aveva delle session di registrazione con George Martin e Denny Laine, si lavorava al disco successore di "Back to the Egg" (1979). Paul aveva grandi progetti per quel lavoro, un doppio album e un tour mondiale. Ma le lavorazioni non furono tra le più facili, perse per strada il batterista Steve Holley e Laurence Juber si allontanò prima di Dicembre. I Wings ridotti alla fine del 1980 nuovamente a trio come nel '73. In realtà fu George Martin a suggerire a Paul di rimanere solo in tre per il nuovo disco. Le registrazioni produssero inizialmente "Ode to Koala Bear" e qualche altra base poi usate in seguito. Il 9 Dicembre Paul si presenta agli studi come se nulla fosse, ha intenzione di perfezionare e chiudere le registrazioni di una ballata scritta con Laine, l'arrangiamento che ha in mente è qualcosa di molto britannico. In studio ci sono solo Laine e George Martin, Linda non è presente. La canzone è piacevole, molto scozzese con un contributo di zampogna di Paddy Maloney e scorre via molto spedita. C'è un vago sapore di pioggia, il ritmo cadenzato ne fa percepire il regolare cadere ma è un episodio minore nel canzoniere del gruppo. Le cronologie delle registrazioni riportano che la session fu interrotta, Paul lasciò prima del previsto e se ne tornò a casa.

Chi assistette ricorda che McCartney appariva scosso e turbato e sicuramente non realizzò pienamente cosa era accaduto. Fu solo lavorando con Carl Perkins alla canzone "Get It" mesi dopo, inclusa poi in quello che nel frattempo era divenuto ufficialmente il terzo disco solista di McCartney "Tug of War", che Paul elaborò pienamente il lutto e, testimonianza dello stesso Perkins, pianse liberandosi sotto gli occhi commossi di Linda. L'interruzione brusca di un'amicizia fu un trauma importante per McCartney che ne risentì più di Harrison e Starkey. Paul aveva da poco riallacciato pieni rapporti con John suggerendogli anche di tornare in tour nel 1981 in piccoli teatri, suggerimento che Lennon colse e infatti lasciò i musicisti quel giorno dando appuntamento a tutti a Gennaio per iniziare le prove, ed era rimasto piacevolmente colpito dai complimenti per "Coming Up".

Per Paul gli anni '80 saranno un decennio segnato da molti errori di produzione e crisi creative e il 1980 sarà in particolare un anno tremendo tra l'arresto per droga in Gennaio e la morte di John, ci vorrà un ritorno al rock'n'roll e un nuovo collaboratore artistico per riaccendere in lui la fiamma creativa.

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