Ritorno agli arbori, alla semplicità, al piacere di suonare solo per il gusto di farlo. McCartney si dimostra un genio assoluto non solo per le sue qualità compositive ma anche per la sua versatilità e la sua capacità di stupire con trovate sempre nuove, inaspettate. Siamo all’inizio del 1991, ed è terminato da pochi mesi il super tour mondiale di Flowers In The Dirt (il Paul McCartney World Tour): 104 concerti in poco meno di un anno, con date sparse per l’Europa, il Giappone e l’America; un susseguirsi di date da tutto esaurito davanti a decine (più probabilmente centinaia) di migliaia di persone; un triplo LP live (Tripping live Fantastic) vendutissimo e apprezzatissimo come risultato delle fatiche sul palco. Tanta roba insomma, e roba su cui poterci campare per un pezzo. Eppure Paul ci spiazza ancora: dopo tanta pomposità e folle oceaniche decide infatti di prendere in mano una chitarra acustica e un microfono, di mettersi davanti a un pubblico ristretto e fortunato di poche decine di persone e di suonare solo per divertire e divertirsi, supportato da un piccolo ma affiatato gruppo di musicisti, compresa l’inseparabile Linda. Il risultato è questo Unplugged - The Official Bootleg registrato per MTV il 25 gennaio del 1991. Non fatevi ingannare dal clima goliardico, quasi da bar, che ci accompagna piacevolmente durante l’ascolto e che è testimoniato dai numerosi intermezzi parlati di McCartney col pubblico: il risultato è di una qualità assoluta e per certi versi stupefacente. Anche la scelta dei pezzi è azzeccata ed è significativa perché in essa troviamo quelli a cui Paul è più affezionato e legato: grandi classici blues e folk che rappresentano le sue radici musicali come Be-Bop- A-Lula, San Francisco Bay Blues, Ain’t No Sunshine per citarne alcuni; la sua prima canzone scritta a 14 anni e mai suonata prima, I Lost My Little Girl; gli splendidi pezzi da lui scritti negli anni dei Beatles, sia acustici come Blackbird o I’ve Just Seen A sia riarrangiati per l’occasione come We Can Work It Out, She’s A Woman, o Here There And Everywhere (“la sua miglior canzone” aveva detto Paul in un’intervista di quel periodo alla tv italiana); e infine alcune chicche quasi dimenticate del suo primo album solista del 1970, disco molto intimo e personale, che qui ritrovano la giusta dimensione, come la malinconica Junk o la dolce Every Night. La scaletta risulta fluida e ben assortita, ed anche questo è un altro punto che va a favore di Paul, che durante la performance sembra essere in forma come non mai, trasmettendo grande energia e vitalità.

Sicuramente anche per questo Unplugged - The Official Bootleg risulta essere un disco fresco, brillante, divertente, ma anche rilassato e piacevole, ed è un altro prezioso tassello che testimonia una volta di più i pregi e la completezza di un’artista che nella sua lunga carriera non ha mai lasciato nulla al caso, e che ha segnato in maniera indelebile (e indimenticabile) la storia della musica contemporanea e delle nostre vite.

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