Che fine fanno i bambini prodigio? 

Paul Morrissey, regista alternativo collaboratore di Andy Warhol, con questo film chiude la trilogia con protagonista l'attore feticcio Joe Dallesandro inziata con Flesh con tema la prostituzione e con Trash sulla tossicodipendenza.
Morrissey riprende Viale del Tramonto di Wilder ma i personaggi di Hollywood sono cambiati: i personaggi sono diventati squallidi, nevrotici, dediti alla nevrosi e ai loro appetiti sessuali.

Joey Davis (Joe Dallessandro) un ex enfant-prodige di Hollywood torna in California per fare fortuna come cantante e si installa in un motel popolato da personaggi ninfomani (la grassa padrona che gli abbassa il prezzo dell'affitto in cambio di performance sessuali), nevrotici (la figlia isterica borderline lesbica con un figlio e una fidanzata che odia la madre) e ragazzi che non gliene frega nulla a parte stare sul bordo della piscina a prendere il sole e masturbarsi.
In questo quadretto Joey conosce Sally, anziana attrice che vive a Beverly Hills con questa figlia pazza, quattro matrimoni alle spalle e tutti dei debiti che continua a fare per mantenere la sua lussuosa vita. Joey va a vivere con Sylvia nella sua villa facendosi mantenere e con la speranza che lo aiuti a sfondare. Nel frattempo la figlia, per rovinare la madre ovviamente, fa qualsiasi avance per adescare Joey. Quando quest'ultimo, dopo una serie di incontri con personaggi veramente squallidi, capisce che la donna non può aiutarlo e decide di mollarla... questa vecchia attrice, sentendosi ormai alla fine del viale del tramonto, cerca di sparargli con una pistola scarica, restando nella sua disperazione.

Tutti personaggi del film sono egoisti che pensano solo al raggiungimento dei loro scopi: successo, sesso e soldi.Gli altri esistono solo per assecondare o arrivare a queste cose.

Il film del '72 si distacca da qualsiasi schema hollywoodiano nelle inquadrature a casaccio ed è molto divertente per le battute e i personaggi grotteschi.

La scelta degli attori principali è azzeccatissima: la figlia isterica è veramente insopportabile; la madre Sylvia, non è Gloria Swanson, ma da un'interpretazione perfetta della vecchia attrice che si illude del successo e non capisce più nulla quando conosce l'aitante Joey. Il protagonista è azzeccatissimo: non comunica nulla, comunica solo la sua fisicità, i suoi muscoli esibiti ma il resto è nullla, è vuoto.

- "non mi puoi trattare così, ma che t'ho fatto?"

- "non m'hai fatto proprio niente tu,adesso io sono un divo ho un sacco di cose importanti da fare"

- "tu un divo...da quando? tu? tu sei un divo del cazzo! un marchettaro ecco quello che sei!"

- "eh vaffanculo!"

- "vaffanculo a me? che cacchio io ti ammazzo, io ti ammazzo!! io ti schiaccio non me lo dovevi fare!io ti distruggo non sei nessuno!! io sono un'attrice!! io sono una diva!! non riuscirai a fare niente da solo, sai soltanto scopare!!"

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