Nel 1993 Paul Rodgers decide di celebrare il grande Muddy Waters con un disco in cui presta la sua voce formidabile ad alcuni dei più grandi classici del grande bluesman e per il quale chiama a raccolta alcuni dei migliori chitarristi in circolazione ad accompagnarlo.
Solo leggendo nomi come Jeff Beck, David Gilmour, Buddy Guy, Neal Schon, Trevor Rabin, Gary Moore, Brian May, Slash, Brian Setzer, Richie Sambora e Steve Miller viene l'acquolina in bocca...
Rodgers opta per dare un taglio decisamente rock alla proposta, ma, trattandosi pur sempre di classici della storia del blues, bisogna muoversi con i piedi di piombo, o si rischia di incappare in brutte figure. L'ex voce dei Free e dei Bad Company questo lo sa bene, essendo un vecchio volpone della scena musicale, ma nonostante ciò qualche difetto questo disco ce l'ha: in certi casi gli arrangiamenti sono un pò troppo hard, in particolare per quel che riguarda il suono della batteria, e non tutti i chitarristi scelti hanno uno stile che si adatta alle sonorità, che cercano comunque di conservare uno stampo blues (e sarebbe stato irrispettoso e delittuoso il contrario).
Le note positive sono le prove di Buddy Guy nella versione acustica di "Muddy Water Blues", pezzo originale molto bello scritto da Rodgers, Jeff Beck in "Rollin' Stone", "Good Mornin' Little School Girl (Part 1)" e "I Just Want To Make Love To You", Gary Moore in "She Moves Me", e fin qui tutto regolare, visto il background dei tre, ma è piacevole anche sentire un David Gilmour perfettamente a suo agio nella lenta "Standing Around Crying" o un Brian Setzer dare un tocco del suo stile rockabilly all'introduzione ed all'assolo di "I Can't Be Satisfied".
Purtroppo però ci sono anche le note dolenti, e parlo di Trevor Rabin, il cui suono mal si adatta a pezzi come "Louisiana Blues" e "She's Alright" e soprattutto, con una certa sorpresa devo dire, Slash, che in "The Hunter" tira fuori un assolo che fa piangere lacrime di sangue a chi conosce la versione dei Free, in cui al fianco di Paul Rodgers c'era un certo Paul Kossoff...
Nel mezzo si collocano Steve Miller, che suona una "(I'm Your) Hoochie Coochie Man" senza tanti fronzoli, Neal Schon, che si alterna in una versione di "Born Under A Bad Sign" penalizzata da un arrangiamento non entusiasmante e la riproposizione finale in versione elettrica di "Muddy Water Blues", decisamente meglio riuscita, Richie Sambora in una "Good Morning Little School Girl (Part 2)" suonata con una bella grinta e Brian May, il cui suono inconfondibile, ma ben poco blues, caratterizza "I'm Ready".
In definitiva, un disco non del tutto riuscito, che lascia un pò di amaro in bocca essendo un'operazione potenzialmente molto interessante, ma che soffre forse di poca omogeneità.
Io intanto vado ad ascoltarmi una "The Hunter" suonata come si merita...
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