E se l'autunno a New York profumasse di pioggia, l'odore delle foglie cadute a Novembre.
Mi sono alzato oggi con una giornata senza sole di inizio Ottobre, il periodo non è dei migliori, la voglia di poesia e musica era troppo alta dopo un giro in bicicletta lungo strade inadatte piene del nulla delle auto circolanti. Sul piatto ho iniziato a far girare questo disco, "There Goes Rhymin'Simon", registrato nell'autunno-inverno del '72 da un Paul Simon alla seconda prova solista. Non è il più tipico disco newyorkese uscito dalla sua penna, è contaminato dai suoni del sud, dal gospel, dalla pioggia multicolore carnevalesca di New Orleans ma il suo incedere tra l'acustico e il ritmato ha riempito una mattina senza suoni. Questo è il disco dell'intensa parabola americana di "American Tune", "I don't know a dream that's not be shattered or driven to its knees", della malinconica "Kodachrome" che a Simon costò parecchio l'utilizzo non autorizzato del marchio Kodak. Di questo disco ho sempre amato la delicatezza di "Something So Right", la piccola bellezza di "St. Judy's Comet", con l'ispirazione di Simon ancora legata al decennio precedente, prima del reggae, prima del gospel di "Loves me Like a Rock" e di "Tenderness".
Leggere i testi, guardare le immagini che nella cover simboleggiano le varie canzoni ha restituito molto ad una giornata povera; la New York più genuina verrà fuori dalle canzoni di "Still Crazy After All These Years", con i suoni jazzati e quel Paul baffuto sulla scala antincendio sorridente sotto il suo cappellaccio consapevole di aver inciso un signor disco. Forse sono i marciapiedi bagnati a profumare l'aria di New York in autunno.
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