Kyrie Eleison inizia con l'ululato di un lupo. Un mondo freddo e buio, forse sotto una coltre di neve. Un sassofono risponde. Poi si ode una voce umana, poi il sassofono e ancora il lupo si intrecciano a formare una delicata melodia, quasi un ricamo di brina su una ragnatela ghiacciata. Parte piano il coro, il sassofono accompagna, il lupo sfuma. Il coro si mette in moto, poi trotta, galoppa, esplode. Ora è pura energia, ma ancora, in cima a tutto come un fiore di fuoco e ghiaccio sboccia il sassofono, per l'impennata finale.
Siamo al plateau, poi si inizia a scendere. Il coro è una macchina che richiede tempo per arrestare la sua smisurata energia. Ora, lento. Il freddo torna a pungere. Il lupo torna a cantare. Sassofono e lupo. Il coro si spegne. Ed è silenzio. Si chiude la pacifica notte su di noi.
Paul Winter, sassofonista, famoso per essere stato tra i primi a tentare una fusione di generi musicali molto distanti tra loro, è indicato da alcuni come il padre della "New Age Music". Il suo gruppo più famoso, il Paul Winter Consort, tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta vede militare tra le sue fila Ralph Towner, Glen Moore, Collin Walcott e Paul McCandless, che da quella esperienza comune getteranno le basi per il gruppo degli Oregon. Winter sperimenta inoltre un modo di comporre musica basandosi sui rumori della natura e sui versi degli animali. Integra nella sua musica raga indiani, elementi tradizionali africani e brasiliani, jazz, canoni bachiani e musica sacra. Conierà il termine "Earth Music" in contrapposizione alla moda della "World Music".
"Missa Gaia" è una vera e propria messa cantata, che viene celebrata il primo sabato di ottobre, tutti gli anni, nella Cattedrale di St.John The Divine a New York. Paul Winter affianca all'imponente coro della chiesa una formazione comprendente sax soprano, violoncello, chitarra, basso e una pletora di percussioni afro-brasiliane, che danno un tocco di latinità ai brani più veloci.
L'andamento è solenne, ispirato, permeato di una profonda religiosità che si manifesta come una libera propensione dell'animo umano verso il divino, lontana da dogmi e fanatismi. A tratti Winter si lascia prendere la mano, e la musica può suonare stucchevole, specialmente negli ultimi momenti del disco, dove si perde un poco della tensione iniziale. Ma almeno quattro o cinque tracce sono formidabili: "Canticle of Brother Sun", che apre e chiude il disco, ispirato al "Cantico Delle Creature", ricco di reminiscenze di canto gregoriano; la già citata "Kyrie"; "Beatitudes", un toccante inno che si trasforma in un energico, frizzante gospel; "Return To Gaia", un duetto tra Winter e l'organista Paul Halley, con l'organo che esplode in tutta la sua potenza nella parte finale del brano; "Agnus Dei", aperto anch'esso da un mesto coro di lupi ululanti. Prestazioni strumentali e canore di assoluto rilievo, spiccano la lead vocalist Susan Osborn e il violoncellista Eugene Friesen.
Ecumenismo musicale, ecologismo, animalismo e sacralità. Lo spirito della Natura e la natura dello Spirito. Una fiammella di spiritualità in un natale che rischia di passare allo stesso modo o forse in modo peggiore degli altri, tra becero consumismo e frustrazione. Dategli una chance: potreste innamorarvene.
Carico i commenti... con calma