11 novembre 1997, Lubiana, Veronika decide di chiudere con la vita: è giovane, carina, annoiata, anzi... svogliata, senza curiosità e soprattutto "cieca" del futuro. Gesti lenti, misurati, una pillola dopo l'altra, non c'è fretta! Non ci sarà risveglio...

Immagini sfumate, volutamente confuse, nella nebbia post-coma sul letto della terapia intensiva de la Villette, un Ospedale Psichiatrico abitato da tanti diversi, ma liberi, liberi di vivere la loro vita e liberi di dire tutto quello che vogliono (ebbene, chi è normale e chi è diverso?).

La morte si è presa gioco di Veronika, la costringe a vivere, ma solo per un'altra settimana e poi deciderà, come sempre l'ora e il luogo... I sonniferi hanno causato dei gravissimi danni al cuore, che si fermerà fra pochissimi giorni: l'informazione è certa, la ragazza morirà e questa volta per davvero!

Amicizia, Amore, Vita, Libertà... emozioni nascoste, dimenticate, cancellate riaffiorano, fanno male fisicamente e diventano un distillato altamente alcoolico di paura, paura di morire.

La consapevolezza della morte, si fonde con la consapevolezza della vita: i giorni a la Villette scorrono troppo veloci, ma almeno questa è vita... vera: cosa è normale, cosa è diverso?  

Mari, Zedka ed Eduard rappresentano tutta l'umanità; nella loro fragilità, nel loro coraggio, nella tenerezza non espressa e nell'amore gridato silenziosamente si fondono le emozioni messe a nudo dalla necessità dell'espiazione e dalla volontà del credere al domani.

La vita è un dono, è un miracolo che avviene ogni giorno sotto i nostri occhi, è un regalo che si scarta con il cuore e si gode con l'anima.

Istruzioni per l'uso: da leggere in un giorno per gli amanti del genere.

Carico i commenti...  con calma