1992. Matador. Slanted and Enchanted.
Prima di lui ci furono i vari EP (Perfect Sound Forever, Slay Tracks, Demolition Plot) che rientreranno nella raccolta Westing (By Musket And Sextant) e in cui si possono cogliere i germi dei Pavement dalle inclinazioni lo-fi e alquanto sgangherate. Attitudine che s'incarnerà dietro arrangiamenti più maturi in Slanted And Enchanted . Più sporco del successivo Crooked Rain, Crooked Rain in cui i gioielli pavementiani brillano in modo forse troppo confezionato; è comunque da dire che il rumorismo dei Pavement è probabilmente lontano dalla totale adesione ad un intellettualistico proposito di servire la spontaneità e la genuinità del processo creativo attraverso un metodo che quasi aspira ad autoannichilirsi: qualcuno potrà ritenerlo un po' plasticoso e studiato purchè rintracci una simile "mancanza" nei Pixies o nei Dinosaur Jr. (forse meno nei Sonic Youth, anche se eternamente presenti nei riferimenti al noise-rock).
Tanto per intenderci i Pavement non sono John Cage.
In più recuperano la bassa fedeltà delle registrazioni (lo-fi), forse meno arbitraria in gruppi come Half Japanese e Beat Happening e per questo meno carica di significanze ideologiche.
Ma venendo al cd... "Summer Babe" è l'inizio, il singolo che si fa' strada tra in fans dei college americani, dalla melodia forse un po' sentita, ma ora è l'approccio che conta, le note sono combinazioni che si sono esaurite e nella composizione del pezzo (come in tutto Slanted And Enchanted) trapela la spensieratezza come cura dalle ansie e le frustrazioni e non come gratuito disimpegno. Nella successiva "Trigger Cut" all'avanzare del ritmo serrato si innestano cali e riprese di tono perfettamente calibrati, la melodia ti entra in testa mentre al canto di Malkmus rispondono le seconde voci ("I've got a message for you.. I keep it in my head").
Una dopo l'altra, una meglio dell'altra, velocemente, e la tracklist si esaurisce velocemente. Ma si fa' già in tempo a scegliersi i due o tre pezzi da consacrare nel proprio lettore... perchè i Pavement ti invadono, si prestano a tutti i tipi di ascolto da quello attento e presuntuosamente colto a quello libero, evasivo e del tutto acritico.
Qualche influenza vagamente jazzistica in "Conduit For Sale!" e le varie orecchiabili disarmonie pavementiane (rese efficaci da un cantato lievemente stonato e piccole sperimentazioni sulle corde delle chitarre) da "Chesley's Little Wrists" a "Jackals, False Grails.." (come non sentire in quest'ultima l'influenza che i pavement hanno avuto su gruppi poco etichettabili come i Modest Mouse). Per non parlare delle varie "In The Mouth A Desert", "Zurich Is Stained" e "Here", quest'ultima stupenda anche nella versione con distorsioni simil-shoegazing; ogni commento sarebbe francamente riduttivo.
Due anni più tardi sempre per la matador uscirà l'album "Crooked Rain, Crooked Rain" che li consacrerà alfieri dell'era lo-fi (un po' a torto) nel periodo cobainiano e post Cobain, periodo che monopolizzò col grunge le attenzioni sulla scena americana. Per molti il secondo sarà il loro miglior lavoro per altri (come me) sarà grandissimo ma non all'altezza del primo.
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