Le prime registrazioni dei Pavement, nonchè i loro primi album (Slay Tracks 1933-1969; Demolition Plot J-7; Perfect Sound Forever) sono stati raccolti nel 1993 su "Westing", album probabilmente un po' forzato per sua stessa natura, ma allo stesso tempo contenitore dei gioielli più brillanti mai sfornati dall'influente gruppo di Stockton.
E' qui che si ritrovano le trovate più sghembe e bizzarre dei nostri, brani di indie-rock (attitudinalmente lo-fi) dai colori vivacissimi, forti di arrangiamenti fuori di testa che hanno posto le basi per "Slanted" e "Crooked rain". E' sempre qui che si sente tantissimo l'influenza dei Velvet Underground migliori: "She Believes" con gli assoli in perfetto stile reediano e il finale cacofonico, rappresenta una rielaborazione in chiave moderna perfettamente riuscita dei Velvet più psichedelici; lo stesso vale per "Forklift", probabilmente uno dei massimi vertici dell'album, brano di un'intensità straordinaria con una melodia malata continuamente in bilico: è quasi come se l'irregolarità prendesse forma.
In "You Are Killing Me", brano d'apertura, il fruscio presente all'inizio fa da "wall of sound" per tutta la durata della canzone, mentre nelle successive "Maybe Maybe" e "Price Yeah!" troviamo le composizioni tra le più originali e bizzarre della band, stranissime percussioni e phaser interstellari, nonchè spartani rendono gli sgangherati accordi ancor più obliqui; "Spizzle Trunk" è un boogie distortissimo, mentre le successive ricalcano sempre l'anima più sperimentale della band, attitudine che sicuramente è andata via via riducendosi nel corso degli anni, forse anche a causa dei compromessi contrattuali: così ritroviamo lo strano intermezzo pianistico di "Drive By-Fader" per poi ricadere nel limbo lisergico di "Krell Vid-User" e nella melodia da "miele surgelato" di "Summer Baby".
Insomma, in "Westing" c'è il meglio di ciò che Malkmus e soci hanno saputo sfornare, non si può non ascoltare questo album se si vuol comprendere ciò che erano i Pavement prima dei loro successi internazionali: in effetti qui c'è tutta l'anima dell'Indie più originale degli anni '90, melodie da brividi in canzoni per lo più minimaliste, suonate in maniera sommaria ma con con un'enfasi che è andata poi un po' perdendosi nel corso del decennio.
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