A 3 anni e mezzo di distanza dall'omonimo album, il 20 Settembre 2009 i Pearl Jam hanno pubblicato il loro nono lavoro in studio, "Backspacer".

Nonostante si parli di un gruppo con carriera quasi ventennale, i PJ non possono essere considerati "vecchi", perché ogni loro album nasce con lo scopo di ottenere qualcosa di nuovo, qualcosa che magari non si è ottenuto con gli album precedenti.

In "Backspacer" c'è una netta ricerca dell'equilibrio e della continuità (dal mio punto di vista una delle lacune dei precedenti album), non troviamo canzoni destinate a far la storia, ma neppure riempitivi di basso livello: nel complesso, i 36 minuti del disco scorrono velocemente e piacevolmente, tra brani riusciti e brani un po' anonimi, senza comunque provocare sintomi di noia.

La prima parte è di gran lunga la migliore, "Gonna see my friend" è la tipica apertura in stile PJ, tagliente e ben funzionante, "Got some" è un altro brano d'impatto, aggressivo e convincente, "The fixer" ha un riff azzeccato e una melodia facilmente ricordabile, è proprio una hit perfetta!, in "Johnny guitar" il gruppo mostra un po' la corda, colpisce abbastanza al primo ascolto senza però riuscire a lasciare il segno. "Just breathe" è il momento acustico, con le atmosfere che richiamano al 100% "Into the wild" sia dal punto di vista delle parole, che da quello musicale... e anche il risultato è lo stesso: la canzone è davvero emozionante e va sicuramente aggiunta alle tante perle che i PJ hanno regalato in tutti questi anni.

La seconda parte invece non convince a fondo: "Amongst the waves", "Unthought known", "Supersonic" e "Speed of sound" sono brani soltanto discreti, dove si cercano anche soluzioni nuove (tranne in "Supersonic", che ho trovato già sentita... troppe volte!), con un risultato a volte interessante e a volte meno. Arriviamo così al decimo brano, "Force of nature", il migliore dell'album, molto ispirato, semplice ma non banale, è la tipica canzone che non ti annoia mai, anche dopo molti ascolti. Infine troviamo "The end", secondo pezzo acustico, anche questo sulla scia di "Into the wild", meraviglioso e struggente, un marchio di fabbrica di Vedder e soci.

Nel complesso "Backspacer" non è niente male... però non si può non notare come effettivamente manchi un po' di freschezza... in diversi punti sembra che i PJ siano ingabbiati e che non riescano quindi a mostrare tutto il loro talento (perché ne hanno davvero molto!) ... insomma, o si stanno accontentando, oppure hanno paura di rischiare! E questo sarebbe strano... perché quando hanno osato hanno sempre realizzato grandi cose... e non ci sarebbe bisogno di fare esempi!

Quindi in attesa del nuovo "Vitalogy" o del nuovo "VS" accontentiamoci di "Backspacer", che è comunque un bell'accontentarsi!

P.s.: ok, su questo album ci sono già 2 recensioni... però essendo la mia prima ho optato per un disco che molti conosceranno bene, quindi (spero!) sapranno valutare nel migliore dei modi quello che ho scritto...

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