Roskilde 2000 è solo un ricordo, un brutto ricordo e i Pearl Jam lo scacciano dalla mente rendendo memoria a quei ragazzi che volevano solo ascoltare musica, quella stessa musica che risuona al Madison Square Garden di New York City.

L'organo di Boom Gaspar introduce "Love Boat Captain" e apre un concerto che finirà su questo doppio DVD per testimoniare cosa sono i PJ nel 2003. L'adrenalina sale quando la band parte con "Last Exit", quasi per volersi scusare di aver cominciato lentamente, senza cantare a squarciagola ma in modo soffuso e quasi sottovoce. Eddie Vedder non è al massimo, la bellissima "In My Tree" mostra come la sua voce a volte cala, stona, soffre sulle note più alte, ma cosa importa? Classici come "Even Flow", in cui la grinta è la stessa di quindici anni fa, non puoi che farti rimanere incantato.

McCrady si diverte in pentatonica, Vedder beve vino dalla bottiglia, Cameron picchia sulla pelle dei tamburi come un forsennato e allora cominci a divertirti sul serio anche tu, insieme a loro. "I Am Mine e Low Light" sono un’accoppiata vincente nelle arene e nei palazzetti, e "Wishlist", con un commuovente gioco di luci, trasforma il MSQ in un liceo al suo ballo di fine anno. Se la prima parte dello spettacolo è un alternarsi di lento e veloce la seconda parte è quella delle sorprese. Al coro di “..Non chiamarmi figlia..” si unisce un grande come Ben Harper che accompagna Eddie anche in una stupenda "Indifference". Steve  Diggle è contento come un bambino mentre imbraccia la chitarra e suona "Baba O’Riley", ma in fin dei conti chi non lo sarebbe? E’ ovvio, non tutti i concerti di questi qua avranno ospiti come a New York City, ma quello che conta è ascoltare i Pearl Jam suonare dal vivo come hanno sempre fatto e sentirli chiudere con "Yellow Ledbetter" a luci accese, con il cantante esausto e il pubblico stretto attorno ad un unico palco, a cantare le stesse parole… all’infinito.

"...a me, perchè ne ho bisogno. "

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